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Replica all'intervista dell'Avv. Fabio Trizzino su La Repubblica

Pubblichiamo integralmente il commento scritto su Facebook da Salvatore Borsellino, fondatore del Movimento delle Agende Rosse nonché fratello del magistrato Paolo Borsellino assassinato nella strage di via d’Amelio, in risposta alle parole dell’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli del giudice: Lucia, Manfredi e Fiammetta.

VOGLIAMO VERITÀ

Mi sono sempre astenuto, fino ad oggi, dall’esprimere un parere diretto rispetto alle esternazioni dell’Avv. Fabio Trizzino per rispetto del fatto che, oltre ad essere avvocato dei figli di mio fratello Paolo, i miei nipoti Lucia, Manfredi e Fiammetta, è anche il marito di Lucia Borsellino.

Non lo ho fatto fino ad oggi per l’affetto che mi lega a loro ma non posso più esimermi dal farlo oggi, dopo che nell’articolo a firma di Salvo Palazzolo realizzato su una sua intervista, lo stesso Fabio Trizzino prende posizioni apertamente critiche nei confronti del Movimento delle Agende Rosse, che non può ignorare, anche se con lui ho pochi o meglio quasi nessun contatto diretto, sia stato creato da me e che a me si inspira riguardo alle mie posizioni processuali ed ai miei rapporti con le istituzioni.

Non voglio sindacare le sue posizioni processuali, io sono soltanto un ingegnere, mi intendo di leggi fisiche e non di leggi dello Stato, ma a leggere certe affermazioni sarebbe come se io scrivessi che un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dall’alto verso il basso piuttosto che dal basso verso l’alto.

Prima di tutto torno a contestare il vezzo di presentarsi come legale della famiglia Borsellino, tanto che oggi così lo definisce la maggior parte degli organi di informazione ed anche Repubblica di Palermo titola l’articolo “L’appello della famiglia Borsellino”. Fabio Trizzino è il legale dei figli di Paolo Borsellino, la famiglia di origine di Paolo Borsellino (anche se in vita sono rimasto solo io, ma ci sono anche, oltre ai miei figli, quelli di mia sorella Adele e i tanti nipoti) ha un altro avvocato, si chiama Fabio Repici e le nostre posizioni processuali sono del tutto divergenti con quelle dell’Avv. Trizzino.

L’articolo inizia con l’affermazione “Il 19 luglio non ci siano divisioni” ma queste buone intenzioni non sono poi mantenute nel prosieguo dell’intervista se è vero come è vero che poi è il Movimento delle Agende Rosse ad essere indicato nel corso dell’articolo come chiaramente espresso dalla seguente frase:


trizzino fabio paolo bassani

L'avvocato fabio Trizzino © Paolo Bassani


A volte mi chiedo se Le Agende Rosse siano veramente al servizio della Ricerca della Verità, per arrivare ad una ricostruzione corretta, oppure sono innamorate di una tesi, quella della trattativa, in maniera dogmatica e la portano avanti nonostante la pluralità di ricostruzioni alternative

L’Avv. Fabio Trizzino, a meno che non si sia innamorato delle tesi sostenute da Mori e dai Ros, dovrebbe sapere che le recenti sentenze, sebbene largamente contraddittorie nei tre gradi di giudizio, non hanno negato l’esistenza della trattativa, peraltro già da tempo accertata da una sentenza passata in giudicato come la sentenza Tagliavia di Firenze, ma ne hanno negato gli effetti penali, e che lo stesso Mori, del quale egli sostiene così caldamente le tesi, che peraltro è stato il primo a parlare in fase processuale di “Trattativa”, dopo queste sentenze ha affermato in una intervista “Io rifarei la trattativa”, confermando così implicitamente il fatto di averla già fatta una volta.

Nell’articolo poi Fabio Trizzino ritira fuori il dossier mafia-appalti come movente della strage senza tenere conto del fatto che, sebbene sicuramente possa essere una concausa, non è sicuramente  la causa scatenante dell’accelerazione della strage quale sicuramente può essere invece il pericolo che Paolo rivelasse all’opinione pubblica dei contatti tra mafia e Stato, di cui peraltro aveva già parlato a sua moglie e che nel clima di allora, dopo la strage di Capaci, avrebbe scatenato la reazione dell’opinione pubblica, ed anche la necessita di impedire a Paolo di andare a deporre a Caltanissetta come aveva espressamente richiesto nel suo ultimo discorso pubblico, nella biblioteca Comunale di Casa Professa, e dove sarebbe dovuto andare nella settimana successiva alla strage di Via D’Amelio.

Ma anche in questo Fabio Trizzino sposa in pieno le tesi dei Ros.

Su un’altra cosa non posso tacere, l’intervista comincia con la frase

Il 19 luglio non ci siano divisioni, Paolo Borsellino è di tutti, è uno dei padri costituendi della seconda Repubblica, nata sul sangue”.

Se avesse voluto evitare le divisioni avrebbe potuto aspettare un altro momento per le sue dichiarazioni e dimentica forse che questa Seconda Repubblica è nata proprio al prezzo del sangue di questi martiri, di Paolo, di Giovanni, di Francesca e degli uomini che gli facevano da scorta e che questa seconda repubblica sta portando avanti una riforma della Giustizia che, mentre a parole li celebra, nei fatti sta togliendo ai magistrati quello che era il loro lascito, delle leggi giuste, adatte a combattere quella criminalità organizzata che piuttosto che essere stata sconfitta sta diffondendosi in ogni angolo del nostro disgraziato Paese.

Salvatore Borsellino


Foto di copertina © Imagoeconomica


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