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Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana: "Terza guerra mondiale? Sarà l'ultima"

"Resto ancora della ferma convinzione che se vuoi la pace, devi preparare la pace. Dobbiamo impegnarci molto di più per cercare una via di negoziato che risolva il conflitto". Così il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Matteo Maria Zuppi a margine di 'Fa la cosa giusta' al Mico di Milano, rispondendo a quanto detto dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che il giorno dopo le elezioni in Russia ha parlato della necessità di prepararsi alla guerra se si vuole la pace.
Il cardinale ha sottolineato che "la consapevolezza che ottant'anni fa, dolorosamente, in Europa e nel mondo era così evidente, cioè che la terza guerra mondiale sarebbe stata l'ultima, non dobbiamo perderla". "Ne vediamo dei pezzi - ha aggiunto -, vediamo paradossalmente come si pone davvero una guerra mondiale ma a maggior ragione dobbiamo con responsabilità, non con ingenuità, trovare tutti i modi per cui la comunità internazionale possa creare le opportunità per il dialogo e i negoziati".
L'Italia sta vivendo uno show tragicomico da oscar, con ai lati due guerre (Ucraina e Gaza) e al centro un gruppetto di esaltati che giocano a chi la spara più grossa.
Pochi giorni fa il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ribadiamo, ha dichiarato che “se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra”; ancora prima Ursula von der Leyen aveva incalzato dicendo che “servono più armi, dobbiamo produrne come fatto con i vaccini” al tempo del Covid-19; e poi i deliri del Napoleone de noantri, Macron, e la sua proposta di inviare soldati NATO in Ucraina.
Il nostro governo non ha replicato contro la linea intrapresa dall'Ue. Anzi, come ha detto la premier Giorgia Meloni nelle scorse settimane, commentando le vicine votazioni europee: "C'ho l'elmetto, sono pronta a tutto".
Fino ad ora l'elmetto non si è visto e dubitiamo che in caso di terza guerra mondiale la vedremo al fronte; meglio nascondersi nella propria giacca, come ha recentemente fatto. E a pagare il prezzo più alto saranno, come sempre, migliaia di giovani.
Il presidente della Cei ha ricordato così la posizione del Pontefice, uno dei pochi leader del mondo pacifista in un panorama internazionale sempre più proiettato alla guerra: "Con tanta insistenza, dall’inizio ha sempre cercato di accompagnare la legittima difesa, la chiarezza tra l’aggressore e l’aggredito, ma anche la necessità di trovare” una soluzione diplomatica.

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