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L'ex Nar Luigi Ciavardini (in foto) è stato condannato dal Tribunale di Bologna alla pena di 3 anni e 7 mesi per il reato di falsa testimonianza commesso nell'ambito del processo di primo grado che ha portato alla condanna all'ergastolo (confermata in appello) dell'ex Nar Gilberto Cavallini, per la strage del 2 agosto 1980. Per la stessa accusa è stato condannato alla pena di 1 anno anche l'ex esponente di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, Vincenzo Vinciguerra. La Procura aveva chiesto 4 anni e 3 mesi per Ciavardini e 2 anni per Vinciguerra. Ciavardini è condannato in via definitiva per l'attentato del 2 agosto 1980, così come Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.
La giudice del Tribunale di Bologna, Gilda Del Borrello, ha inoltre condannato gli imputati al risarcimento del danno in favore delle parti civili, da liquidare in sede civile, nonché al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 5mila euro, in favore di ciascuna parte civile, ad eccezione della Presidenza del Consiglio, del ministero dell'Interno e del ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili. Per quanto riguarda Vincenzo Vinciguerra, la giudice ha ritenuto le attenuanti generiche e la sua collaborazione con l'autorità giudiziaria prevalenti rispetto alle aggravanti e alla recidiva, da qui la condanna a un anno rispetto ai due chiesti dalla pm Rossella Poggioli. Ciavardini è accusato dalla Procura di Bologna di non aver rivelato i nomi dei medici che lo curarono a Roma e poi in Veneto dopo essere rimasto ferito in seguito all'agguato davanti al liceo Giulio Cesare di Roma, il 28 maggio del 1980, in cui rimase ucciso il poliziotto Francesco Evangelista, detto 'Serpico'. Inoltre l'ex Nar è accusato di aver nascosto l'identità degli amici di Cavallini che lo ospitarono a Villorba di Treviso tra luglio e agosto 1980. Mentre secondo la pm Rossella Poggioli, Vinciguerra non riferì i nomi di chi gli parlò di un collegamento tra il gruppo di Fioravanti e Cavallini, il gruppo veneto ordinovista di Massimiliano Fachini e quello di Paolo Signorelli e Sergio Calore. Le motivazioni saranno disponibili entro 90 giorni.


Parti civili: sentenza sia monito per i depistaggi

"È una sentenza che ribadisce il diritto alla verità e ribadisce il fatto che tutte le attività ostative, impeditive, di falsa testimonianza e testimonianza reticente che impediscono un pieno accertamento della verità vengono giudicate e, come insegna la sentenza di oggi, vengono punite" ha detto l'avvocato di parte civile, Andrea Speranzoni, in merito alla sentenza. "È importante anche la differenziazione della condanna tra Vinciguerra e Ciavardini. Vinciguerra è un ex terrorista, lo sappiamo, condannato all'ergastolo per la strage di Peteano, ma io credo che il riconoscimento delle circostanze generiche prevalenti sull'aggravante e una pena di un anno per Vinciguerra, mentre dall'altra parte una pena di 3 anni e 7 mesi per Ciavardini, parlino molto chiaro. Ciavardini - ha aggiunto Speranzoni - non ha avuto il riconoscimento delle generiche, una condotta processuale dove non si è nemmeno sottoposto all'esame come imputato e le circostanze sono molto più gravi". Secondo il legale di parte civile (gli altri avvocati sono Lisa Baravelli, Alessia Merluzzi, Alessandro Forti e Andrea Cecchieri) "c'è stata una differenziazione anche rispetto alla condotta processuale di Vinciguerra, che ha deposto su tante circostanze relative all'eversione di estrema destra di quegli anni, mentre per Ciavardini non può dirsi altrettanto. Quindi è una sentenza che ci rende giustizia e che soprattutto dà monito a quelle attività di depistaggio e impedimento della verità che chiaramente sono in questa vicenda all'ordine del giorno e sulle quali vigiliamo", ha concluso. "La condanna di Ciavardini e Vinciguerra per le false testimonianze rese in occasione del processo di primo grado sulla strage del 2 agosto, che ha portato alla condanna all'ergastolo dell'ex Nar Cavallini, e' un altro passo avanti sulla strada per la verità" ha detto invece il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. "Oggi in aula è stata riconosciuta la reticenza dei due imputati nel rivelare informazioni sulla rete di connivenze e coperture che si muoveva attorno al gruppo che ha operato per la strage. Un esito che il Comune di Bologna, parte civile nel processo, accoglie positivamente e per il quale voglio ringraziare i magistrati, gli avvocati delle parti civili e i familiari delle vittime, impegnati con caparbietà nel ricostruire verità e responsabilità a ogni livello".

Foto © Imagoeconomica

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