Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Finisce ancora prima di iniziare il processo per falsa testimonianza a carico di Stefano Menicacci, storico avvocato di Stefano Delle Chiaie ed ex deputato del Msi per il quale era stato chiesto il rinvio a giudizio per le dichiarazioni rese durante il processo di primo grado sulla strage del 2 agosto 1980 a carico di Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia.
Menicacci è scomparso lo scorso dicembre all'età di 92 anni, e nell'udienza preliminare che si è tenuta questa mattina è stato ovviamente dichiarato il non doversi procedere per intervenuta morte del reo. All'ex parlamentare missino, che nel 1977 introdusse Bellini, all'epoca latitante sotto il falso nome di Roberto Da Silva, all'aeroclub di Foligno, erano stati contestati, nelle motivazioni della sentenza di primo grado a carico di Bellini, Segatel e Catracchia, diversi passaggi della sua deposizione. Tra questi, la Corte d'Assise sottolineava le contraddizioni- rispetto alle dichiarazioni rese nel 1982 da Menicacci alla Procura di Reggio Emilia- su chi gli chiese di raccomandare Bellini-Da Silva nell'ambiente di Foligno: nel 1982 l'avvocato disse che fu un altro ex parlamentare del Msi, Antonio Cremisini, mentre nella sua testimonianza dell'ottobre 2021 ha affermato di non ricordare di aver conosciuto Cremisini, aggiungendo che la richiesta di raccomandare Bellini (di cui Menicacci sostenne di ignorare la vera identità all'epoca dei fatti) venne invece da un altro esponente missino, Franco Mariani (che però non fu mai nominato nelle dichiarazioni del 1982).
Anche Cremisini negò, nel 1982, di aver fatto raccomandazioni a favore di Bellini-Da Silva, e nella sentenza si legge che "in relazione ai rapporti con Bellini... appare evidente come tra Menicacci e Cremisini vi sia stato un reciproco tentativo di addossare la responsabilità l'uno all'altro, il che induce ragionevolmente la conclusione che entrambi appaiano ugualmente implicati nella protezione accordata a Bellini".
Per la Corte d'Assise bolognese, quindi, nella deposizione di Menicacci si era "palesata la contraddittorietà... sul tema dei rapporti con il senatore Cremisini, nonché la sua reticenza in ordine a diversi altri aspetti". Da lì la decisione di trasmettere gli atti alla Procura per valutare la sussistenza del reato di falsa o reticente testimonianza, con gli accertamenti che avevano portato a chiedere il rinvio a giudizio dell'ex parlamentare.
In passato Menicacci era stato anche indagato nell'inchiesta sui cosiddetti “Sistemi criminali” condotta da Roberto Scarpinato della Procura di Palermo, poi archiviata, su un presunto golpe che avrebbe visto protagonisti negli anni '90, in un tentativo di destabilizzazione del Paese, Cosa nostra, massoneria deviata, pezzi di Stato ed eversione nera.
E la scorsa estate era anche finito agli arresti domiciliari con l'accusa di aver mentito alla Procura di Caltanissetta nell'ambito delle indagini sulle stragi mafiose del 1992.

ARTICOLI CORRELATI

Muore l'ex missino Stefano Menicacci, difensore storico del terrorista Delle Chiaie

Caltanissetta, stragi del 1992: possibile presenza a Palermo di Stefano Delle Chiaie

Caltanissetta: piano ''fascista'' e dossieraggi per colpire ''magistrati scomodi

I protagonisti delle stragi del '92-'93. Quella pista che guarda a destra

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos