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L’ex primula nera di Avanguardia Nazionale: “Quel giorno c’era persino il Mossad. L’ex procuratore Sisti mi disse di lavorare sui palestinesi in Italia

La perizia sul video che secondo gli avvocati di Paolo Bellini potrebbero scagionare il loro assistito dall’essere il quinto attentatore della strage di Bologna si farà. La Corte d’Assise d’Appello ha incaricato due esperti, Eugenio Premuda e Giacomo Manghi, per stabilire da che altezza è stato girato il filmato del turista tedesco Harald Polzer la mattina del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Se Polzer imbracciò la telecamera da sopra la carrozza 11, la stessa dalla quale viaggiava, significa che la ripresa è di poco successiva all’esplosione delle 10,25. Nel caso invece le riprese fossero state fatte dal marciapiede, significherebbe che parte del treno era già stato rimosso dopo l’esplosione della bomba. E ciò significherebbe che il video risalirebbe alle 11,30 di quella mattina. Un orario che, stando ai legali dell’ex terrorista di Avanguardia Nazionale utilizzerebbero come prova che dimostrerebbe la presenza di Bellini a Rimini - come l’ex primula nera sostiene - e quindi non alla stazione. Questo vorrebbe dire scagionare Bellini perché il soggetto ripreso e riconosciuto nel video come l’ex estremista dall’ex moglie, Maurizia Bonini, sarebbe qualcun altro, nonostante la somiglianza. I risultati della perizia arriveranno entro l’udienza del 10 aprile. Intanto l’ex terrorista ed ex sicario di ‘Ndrangheta mercoledì ha rilasciato nuovamente dichiarazioni spontanee alla corte..q In aula Bellini ha voluto ripescare la “pista palestinese”, già più volte archiviata, quale matrice della mattanza costata 85 vittime e circa 200 feriti.
In questo modo Bellini scredita le varie sentenze che hanno stabilito come la strage sia opera dei neofascisti, aiutati e finanziati da servizi deviati e dalla galassia della P2 guidata da Licio Gelli, considerato finanziatore e mandante della strage. Bellini ha detto ancora di non essere un terrorista e che quel giorno a Bologna c’era persino “il Mossad, il servizio segreto israeliano, e c’era il terrorista di sinistra Kram”. Ha affermato di averlo saputo dal procuratore di Bologna dell’epoca, Ugo Sisti. E per avvalorare le sue parole ha aggiunto: “Sisti nel1980, dopo la morte del suo amico Bachelet e dopo il sequestro dei missili di Ortona, mi affidò l’incarico di trovare il modo di far rilasciare Abu Saleh per salvaguardare il Lodo Moro ( il presunto accordo segreto di non belligeranza tra il Governo italiano e il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina). Io dovevo fotografare tutti coloro che avevano le caratteristiche fisiognomiche di palestinesi per risalire, con la foto-comparazione, a quelli del Fplp”. Bellini ha parlato di "compiti precisi" affidatigli da Sisti a lui e al fratello Guido, facendoli lavorare "a compartimenti stagni".
Secondo Bellini, “Sisti faceva parte del gruppo di amici di Flaminio Piccoli e di Bachelet. Erano tutti Dc uniti dall’essere cattolici al cento per cento, come Scalfaro, Bachelet a Piccoli stesso”. Bellini ha lasciato intendere che un pezzo di Dc lavorava per evitare attentati in Italia dopo il sequestro di una partita di lanciamissili a Ortona, nel novembre del ‘ 79, per i quali finirono in carcere alcuni italiani di estrema sinistra e, a Bologna, il giordano Abu Anzeh Saleh, garante del passaggio delle armi in Italia. La tesi, già scartata in passato, è che mentre si lavorava per la liberazione di Abu Saleh, alla stazione venne fatto l’attentato. Quindi non dai terroristi neri, ma da quelli palestinesi. Per Andrea Speranzoni, legale dei familiari delle vittime, è “un’ipotesi smentita da una mole imponente di carte già valutate dalla Corte d’Assise d’Appello”. Una “fragile tesi difensiva”.
Della stessa idea è anche Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto ’80.
Quello di Paolo Bellini è un tentativo di lanciare messaggi, parlando di persone che sono già morte si rivolge a persone ancora vive”. “Il continuo riferimento a persone decedute, e dunque l’impossibilità di trovare i riscontri a quel che dice, può significare soltanto che si sta rivolgendo ad altri, lancia messaggi anche se non so a chi”.
Per quanto riguarda poi i riferimenti alla “pista palestinese”, Bolognesi è ancora più netto: “Mi sembrano cose già dette e ridette, smentite dai magistrati che per anni hanno indagato sulle piste alternative. Vorrei ricordare che sul Fplp, come anche su Kram e su altri, ci sono già state tante indagini finite nel nulla. Personalmente credo che, per mettere la parola fine a queste insinuazioni, bisognerà arrivare il più presto possibile a una sentenza. Io spero tanto che ciò possa avvenire entro il prossimo due agosto”. Il giorno del 44°anniversario della strage.

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