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Si tratta di un fotogramma di un orologio estrapolato dal video ripreso in stazione che, secondo i legali, proverebbe l’innocenza dell’ex primula nera

Si è tenuta ieri la seconda udienza del processo d’appello (presidente il giudice Alberto Pederiali) contro Paolo Bellini, ex di Avanguardia Nazionale condannato all’ergastolo in primo grado con l’accusa di essere stato uno dei membri del commando responsabile della strage di Bologna. La prima udienza si è tenuta il 31 gennaio e la principale novità nei motivi d'appello della difesa dell'ex terrorista, su cui le parti si stanno dando battaglia, riguarda un fotogramma di un orologio estrapolato dal video del turista Harald Polzer, girato in stazione poco dopo l'attentato. Per i legali di Bellini è la prova che l'uomo ripreso in stazione la mattina dell'attentato, il 2 agosto 1980, e identificato dall'ex moglie Maurizia Bonini come l'ex terrorista reggiano sarebbe in realtà un'altra persona. "C'è il fotogramma del video che abbiamo estratto dalla copia analogica che abbiamo fatto all'Archivio di Stato - ha detto l’avvocato Antonio Capitella - da cui emerge che l'orologio di una signora che stava dietro al presunto Bellini segna un orario che può essere le 13.15 o le 12.15, incompatibile con la sua presenza a Rimini alle 11.30 come dice la moglie". Alla luce di ciò, Antonio Capitella e Manfredo Fiormonti (l’altro legale dell’imputato) hanno chiesto alla Corte di acquisire il filmato custodito presso l'Archivio di Stato di Bologna per estrarne copia analogica e poi svolgere una perizia tecnica, per accertare l'orario segnato sull'orologio indossato al braccio sinistro dall'anonima signora. Ieri, in aula, il sostituto pg Nicola Proto ha respinto la tesi dei legali dell'ex Primula Nera.
"La difesa sostiene che l'orologio dell'anonima signora dietro Paolo Bellini segna le 13.15 - ha argomentato il sostituto pg Nicola Proto -, ma quelle immagini non potevano essere state girate a quell'ora, perché il treno su cui si trovava Harald Polzer non era più sul posto e quindi non avrebbe mai potuto girare da lì quelle immagini alle 13.15". Sul binario in stazione - ha spiegato Proto ai giudici della Corte d'Assise d'appello - "rimasero le carrozze 9 e 10, mentre Polzer si trovava nella carrozza 11, che fu spostata poco dopo l'esplosione" avvenuta alle 10 e 25 "per consentire il passaggio dei soccorritori dal binario 1 al binario 3". La dimostrazione di quanto spiega il sostituto pg arriva da "una prova formidabile", come la definisce, cioè "il filmato di una tv amatoriale", in cui l'operatore inquadra l'orologio del terzo binario "che segna le 11.23" e il treno su cui viaggiava Polzer, da cui erano già state staccate le carrozze dalla 11 alla 14. Perciò, secondo la ricostruzione della Procura generale, Polzer non avrebbe potuto girare le immagini in stazione alle 13.15, perché "sono state fatte da una carrozza che già poco dopo le 11" era stata spostata altrove.
Bellini è attualmente recluso in carcere a Spoleto dallo scorso giugno, quando venne arrestato per il pericolo che commettesse altri reati dopo aver minacciato l'ex moglie, Maurizia Bonini, e il presidente della Corte d'Assise, Francesco Maria Caruso, che lo ha condannato. "Il presidente della Corte - ha spiegato l'avvocato Antonio Capitella, che insieme al collega Manfredo Fiormonti assiste l'ex terrorista di destra - il 17 gennaio aveva disposto l'ordine di traduzione dal carcere per Bellini, dopo nostra istanza, in modo di permettergli di partecipare all'udienza, ma il 23 gennaio il Dap con una nota ha detto di 'no' per motivi di sicurezza e problemi di personale. Questo significa che potrebbe partecipare solo in videoconferenza. Noi però chiederemo nuovamente alla Corte di permettergli di partecipare in presenza, è un suo diritto".


bologna strage wikipedia


Intanto ieri la Procura generale si è opposta a tutte le altre richieste avanzate dai legali dell'imputato, che anche ha seguito l'udienza in videocollegamento dal carcere di Spoleto, come da lui richiesto per questa udienza. Tra queste, un faccia a faccia con l'ex moglie Maurizia Bonini, la riconvocazione della nipote di Bellini, Daniela (in primo grado si era avvalsa della facoltà di non rispondere), che si trovava in macchina con lui la mattina del 2 agosto 1980, e una nuova perizia fonica sull'intercettazione del 1996 in cui il leader veneto di Ordine Nuovo, Carlo Maria Maggi, parla di un "aviere" coinvolto nella strage di Bologna.
Oltre all'ex terrorista e killer di 'Ndrangheta Paolo Bellini, sono imputati anche l'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e condannato in primo grado a 6 anni e Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a 4 anni sempre in primo grado.


Acquisita la frase sull’ex moglie

Nel frattempo l’intercettazione ambientale del 26 giugno 2023, in cui Paolo Bellini, riferendosi all'ex moglie Maurizia Bonini, pronuncia la frase “è stata d'accordo per 40 anni, poi adesso non mi copre più… perché io non la copro più” verrà acquisita nel processo d'Appello sulla strage di Bologna che vede alla sbarra come imputati Bellini stesso, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia. A deciderlo, la Corte d'Assise di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, che ha accolto la richiesta di acquisire l'intercettazione avanzata dalla Procura generale di Bologna. Il sostituto pg Nicola Proto ha dichiarato, infatti, che si tratta di "una prova importante, perché costituisce una patente di credibilità data a Maurizia Bonini dallo stesso Bellini". La frase venne intercettata dalla Procura di Firenze tre giorni prima dell'arresto dell'ex Primula nera, durante le indagini sulle stragi del 1993. La registrazione verrà fatta ascoltare in aula nell'udienza di mercoledì prossimo 14 febbraio, perché viene ritenuta "una prova rilevante ai fini della decisione".
Verrà poi proiettato il famoso video girato il giorno dell'attentato dal turista Harald Polzer. Per quanto riguarda la richiesta della difesa di Bellini di risentire direttamente Maurizia, Michele e Marina Bonini, ex moglie e parenti di Bellini, la Corte l'ha respinta, chiedendo ai legali dell'imputato di "specificare dettagliatamente quali domande", come fatto presente dalla difesa, non hanno potuto fare nel processo di primo grado per "l'opposizione della Procura generale e che la Corte d'Assise avrebbe impedito di formulare". Sulle altre richieste delle parti, tra cui quella di una perizia del video di Polzer, per accertare l'orario indicato dall'orologio da polso indossato da una donna anonima che compare dietro all'uomo con i baffi identificato come Paolo Bellini, i giudici decideranno nella prossima udienza del 14 febbraio alla quale la primula parteciperà di presenza. La Corte d'Appello ha chiesto al Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) che l'ex di Avanguardia nazionale venga assegnato a un carcere vicino a Bologna, altrimenti verrà trasferito in aula da Spoleto. Alla prossima udienza Bellini ha annunciato che farà “dichiarazioni spontanee”.

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