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L'intervento del docente universitario al Master in Intelligence dell'Università della Calabria

Le mafie si interessano al deep web, alle cripto valute e alle piattaforme clandestine di trading. È iniziata così la lezione tenuta da Antonio Nicaso, docente universitario e uno dei massimi esperti a livello internazionale dei fenomeni mafiosi, al Master in Intelligence dell'Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri, intitolato "Le mafie fenomeno globale. Le tendenze".
È un posto sicuro e anonimo la rete internet: sicuro per "compiere affari contro la legge", per lo spaccio virtuale di sostanze stupefacenti e per le operazioni di investimento. I boss hanno intuito l'enorme potenziale del web, per questo hanno assunto "hacker, drug designer, broker, chimici".
Ma non solo: ora per acquisire consenso sociale stanno studiando attentamente l'uso dei social "con mafiosi che diventano influencer", altri che gestiscono gli affari illegali e altri ancora che organizzano incontri virtuali nel metaverso: "A parlare sono gli avatar, mentre chi fornisce le indicazioni resta comodamente seduto nella propria abitazione" ha detto Nicaso.
In sintesi le mafie corrono e si stanno adattando alle nuove tecnologie, mischiando vecchie tradizioni con gli ultimi ritrovati high tech.
Lo Stato, invece, è ancorato ancora a vecchi schemi, non più idonei a far fronte alle nuove sfide messe in campo dalla criminalità organizzata.
"Esiste un problema normativo - ha detto il docente - in cui, per esempio in Italia, il governo presta attenzione ancora alle intercettazioni, a fronte dei nuovi, difficilmente penetrabili, spazi virtuali di cui si servono le mafie".
Nicaso ha poi aggiunto che "non dobbiamo mai perdere la speranza, non dobbiamo avere paura dell'intelligenza artificiale o del metaverso, perché a fronte dell'uso che ne fanno i mafiosi, rappresentano, comunque, un 'opportunità che non dobbiamo lasciare loro in mano, ma anzi dobbiamo usare per guardare avanti, per non perdere le nuove sfide e contrastare le distorsioni dello sguardo presbite delle mafie, così come quello miope della politica".


Violenza al servizio del potere

I 'picciotti' vogliono continuare a 'mafiare' partecipando "a livello nazionale, agli appalti pubblici con offerte vicine allo zero".
Ma il loro vero scopo non sarebbe indirizzato solo al mero guardano, ma all'ottenimento del "consenso sociale, nella gestione di beni e servizi essenziali, come quelli sanitari".
Per raggiungere tale obbiettivo la mafia ha sempre fatto ricorso alla violenza, vendendola quando occorreva al miglior offerente o "venendo messa a disposizione di chi può permettersela. È questa la differenza - ha proseguito Nicaso - perché la violenza che i mafiosi mettono a disposizione delle classi dirigenti è diversa da quella dei pirati, dei banditi: quella era violenza contro il potere. La mafia, invece, tranne qualche eccezione, non va contro lo Stato, usa la violenza per creare relazioni, per ottenere impunità e consolidamento del potere, per favorire il reinvestimento dei capitali, per farli diventare ricchezza". Per Nicaso "la mafia è funzionale alle logiche di potere, per la sua capacità di adattamento, per la sua grande capacità di fare sistema, per la sua tendenza a stare sempre al passo con i tempi. Le mafie quindi, non sono il prodotto della povertà, ma piuttosto della modernità, perché si adattano, perché riescono a capire prima quello che sta cambiando intorno a loro".
Il docente ha poi sottolineato come, "dopo il 2008, le mafie abbiano capito quanto siano necessari i soldi delle loro attività, nell'ambito di un'economia globale sempre asfittica e vorace, com'è quella capitalistica e come da ciò derivi un aumento indubbio del loro potere. Oggi la violenza non è più un indicatore di pericolosità sociale. I mafiosi hanno imparato a centellinarla, ricorrendo a metodi più persuasivi, come la reputazione che viaggia anche sul web. Questo perché hanno capito, da episodi come quello di Duisburg del 2007, che la violenza a volte è utile, ma spesso è pericolosa per i loro affari, perché crea allarme sociale, quindi non la escludono, ma è meglio evitarla, poiché ci sono altri modi per raggiungere i propri scopi criminali. Anche l'intimidazione va usata con parsimonia, non facendosi temere troppo, perché i mafiosi hanno realizzato che la migliore difesa degli interessi è la loro istituzionalizzazione. Ed è una normalizzazione che passa anche attraverso l'utilizzo degli stessi strumenti di evasione fiscale che usa la finanza globale per eludere la tassazione. Sono consapevoli anche che le asimmetrie normative tra paesi rendono difficile il reinvestimento dei capitali illegali e, allora, vanno dove incontrano meno resistenze, dove la legislazione vigente, rende più facile delinquere".


Dopo il 1989

In tale ottica, per Nicaso "la caduta del muro di Berlino è uno spartiacque, perché si sono creati scenari completamente nuovi, in cui la 'Ndrangheta e le altre organizzazioni criminali sono state subito pronte ad investire nell'est europeo, a capire che non era possibile più dipendere dalle reti clientelari garantite dalla spesa pubblica che trasformava ogni piccolo comune in una stazione appaltante. Cambia quindi la visione geopolitica delle mafie, che non sono più ristrette in un mondo che è diviso in due, ma possono spaziare, avendo ora la possibilità di puntare su altri mercati per i loro traffici illeciti. Le mafie parassitarie sono destinate a scomparire, a fronte di quelle che invece sono funzionali alle logiche del capitalismo finanziario". Il docente ha poi affrontato il tema del capitale sociale di cui hanno bisogno oggi le mafie, precisando che "necessitano di persone che sappiano svolgere un riciclaggio sofisticato, diverso da quello dell'investimento sul mattone. Questo perché i soldi della droga moltiplicano a dismisura il loro fatturato, evidenziando il bisogno di un'area grigia composta da avvocati, commercialisti, broker che sappiano individuare i luoghi ed i modi migliori per investire i profitti illeciti, accanto a nuove figure professionali che sappiano spaziare nell'internet sommerso e nell'esortazione di criptovalute".

Foto © Imagoeconomica

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