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Arriva l'autorizzazione di Montecitorio e di Palazzo Madama all'operazione. Nel frattempo il cacciatorpediniere Caio Duilio abbatte drone nello stretto di Bab-el Mandeb

Via libera dall’Aula del Senato all’ennesima operazione militare che il nostro Paese intraprende, spacciandola come missione di sorveglianza e pattugliamento.
Anche l'Aula della Camera ha approvato praticamente all'unanimità, con un solo voto contrario, tutte le parti delle 6 risoluzioni presentate, tra le quali l’approvazione alla missione italiana nel Mar Rosso, conosciuta come 'Aspides'.
"Aspides agirà con compiti di natura difensiva, la missione non potrà cioè intraprendere azioni di tipo preventivo. Sono previste mansioni non esecutive", ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani intervenendo a Montecitorio, aggiungendo che la missione “non è diretta contro nessuno, ma a difesa di un principio: la libertà e la sicurezza della navigazione. Solo facendo rispettare questo principio è possibile assicurare sicurezza e benessere alla regione".
Secondo Tajani "le risposte saranno condotte nel pieno rispetto del diritto internazionale, quello consuetudinario e il diritto all'autodifesa in caso di attacco imminente o in corso, su navi proprie o di terzi, così come previsto all'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite” e Aspides agirà inoltre “in piena conformità con la Convenzione Onu sul diritto del mare".
Il ministro degli Esteri ha aggiunto che l’operazione potrà essere svolta solo nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, mentre in nessun caso vedrà coinvolte operazioni sulla terraferma.
In ogni caso, il battesimo di fuoco per le navi militari italiane è già avvenuto con anticipo. Il 3 marzo, nello stretto di Bab el-Mandeb il ministero della Difesa Guido Crosetto ha reso noto che la nave Duilio ha abbattuto un drone dalle caratteristiche analoghe a quelli già usati in precedenti attentati che si trovava a circa sei chilometri dalla nave italiana, in volo verso di essa.
La Duilio ha avvicendato l’omologa Martinengo nell’attività di sorveglianza, avviata a fine dicembre, in seguito agli attacchi da parte dei miliziani Houthi contro il traffico in navigazione nello stretto di Bab-el Mandeb.
Il Ministro Crosetto ha sottolineato che: “gli attacchi terroristici degli Houti sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia. Questi attacchi sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni paesi e agevolarne altri”.
Secondo fonti citate da “Il Giornale” il drone abbattuto sarebbe precipitato a circa 4 chilometri dal cacciatorpediniere che avrebbe aperto il fuoco abbattendo la minaccia aerea sparando 6 colpi di cannone da 76mm.
Il Caio Duilio assumerà ora il ruolo di nave ammiraglia dell’Operazione Aspides che comprenderà anche navi fornite da Germania, Francia, Belgio e Grecia e la cui forza in mare sarà al comando del contrammiraglio Stefano Costantino.
Il Presidente del Comitato rivoluzionario yemenita Houthim Mohamed Ali al-Houti, aveva già ammonito che l’Italia sarebbe diventata un bersaglio se avrebbe partecipato “all’aggressione contro lo Yemen”.
Descrivendo i dettagli della missione, in precedenza lo stesso Crosetto, nella sua informativa alle commissioni Difesa di Camera e Senato, aveva precisato che il nostro Paese fornirà anche aerei 'spia' per la missione europea che avrà a Larissa, in Grecia, il suo quartier generale. Tra le ipotesi sul tavolo c'è l'invio di velivoli G550 Caew del 14° Stormo dell'Aeronautica Militare, già impiegati nell'ambito di missioni nel fianco Est della Nato. Si tratta di veri e propri radar volanti, dotati di un sistema multi-sensore con funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni. Possibile anche il dispiegamento di droni, tipo Predator, con compiti di ricognizione e controllo del territorio.
Non sono poche le contraddizioni e le perplessità che nascono dall’approvazione di una missione che a detta dei nostri ministri dovrebbe difendere le vie marittime, mentre, nei fatti, sostiene le operazioni belliche israeliane nella striscia di Gaza.
Secondo il Professore di Sociologia del terrorismo alla Luiss, Alessandro Orsini, gli Houthi non hanno mai attaccato, né pensato di attaccare, navi battenti bandiera italiana.
Gli attacchi sono stati rivolti contro le navi israeliane e le navi americane o contro quelle navi occidentali che portano aiuti a Israele. Il gruppo ribelle ha lanciato i missili per fermare il massacro a Gaza e lo conferma la dichiarazione ufficiale del loro portavoce, il quale ha detto che cesseranno gli attacchi quando Israele cesserà i bombardamenti a Gaza”, ha affermato l’ex direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS, osservando che il nostro ministro in pratica lavora “affinché Netanyahu abbia mano libera a Gaza e affinché possa bombardare i palestinesi fino a quando lo riterrà opportuno”.

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