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Riconoscimento dell’autodeterminazione del popolo palestinese e del diritto alla resistenza; immediato ritiro delle navi della Marina militare italiana e di tutte le truppe dal Medio Oriente e dal Mar Rosso; boicottaggio dell’economia di guerra israeliana, dei prodotti che provengono dai territori occupati e delle relazioni accademiche e diplomatiche.
Sono solo alcuni dei punti che hanno portato alla mobilitazione che ha avuto luogo ieri mattina davanti alla base militare statunitense di Sigonella.
Centinaia di persone si sono radunate nel ponte antistante alla caserma per poi marciare lentamente fino alle porte della stessa.
Tante le sigle presenti: dalle comunità palestinesi di Catania e Palermo ai collettivi studenteschi e universitari; dai sindacati di base all’Arci e tante altre sigle.
Fermiamo il genocidio del popolo palestinese”; “Cessate il fuoco immediato e definitivo”; “Smilitarizziamo Sigonella e la Sicilia” gridava il corteo. Tante le bandiere palestinesi tese dal forte vento.
Come dargli torto. La Sicilia è sempre più coinvolta nella spirale di guerra. Da Sigonella decollano i droni Global Hawk e TRITON per operazioni d’intelligence e sorveglianza in Medio Oriente. Decollano anche gli aerei pattugliatori P8 Poseidon, mentre gli aerei cargo Globe Master continuano a trasferire armi e munizioni dagli USA (via Ramstein, Germania) fino alla base aerea israeliana di Nevatim, nel deserto del Negev.




Ma Sigonella non è l’unico avamposto statunitense presente nel suolo siciliano a renderci cobelligeranti nei teatri di guerra. I porti di Augusta e Catania, infatti, sono stati coinvolti nelle esercitazioni Nato antisommergibili Dynamic Manta 2024 militarizzando il mare Ionio. Per non parlare dell’aeroporto di Trapani-Birgi trasformato più volte da civile a militare per operazioni di guerra internazionale (come la destabilizzazione della Libia) e il MUOS: una stazione di telecomunicazione supersegreta presente a Niscemi utilizzato dalle forze sottomarine, aeree e terrestri della Marina militare USA.
Dopo oltre 34.000 palestinesi assassinati nella Striscia di Gaza; milioni di sfollati cacciati dalle proprie case e dai propri territori; centinaia di giornalisti e funzionari delle organizzazioni internazionali uccisi negli ultimi 6 mesi; un genocidio in corso a Gaza in “diretta tv” con la complicità di tutti gli Stati occidentali - Italia in primis -, e dei maggiori media di comunicazione; e l’invasione delle truppe israeliane ormai in corso a Rafah, la richiesta del corteo di smantellare la base di Sigonella si fa più urgente che mai.
Se non vogliamo che tutta Gaza sia trasformata in un deserto, occorre mobilitarsi per fermare subito la criminale soluzione finale israeliana - hanno detto i promotori della manifestazione -. Non possiamo continuare a pagare le scelte guerrafondaie di chi ci governa, mentre aumentano sempre più le spese militari e i profitti di chi fabbrica strumenti di morte, si continua a smantellare la sanità pubblica e lo stato sociale”.

Foto © ACFB

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