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Kyiv International Institute of Sociology: il 70% vuole una risoluzione diplomatica. The Economist: “nuova spinta offensiva russa potrebbe sfondare le difese”

Le prospettive di uno stallo nel conflitto russo-ucraino appaiono ormai proiezioni ottimistiche rispetto alla reale situazione sul campo. Secondo The Economist c'è la possibilità che una nuova grande spinta russa nei prossimi mesi possa sfondare le difese dell’Ucraina e penetrare in profondità nel paese.
"Dalla caduta, a febbraio, di Avdiivka, le forze russe hanno esercitato forti pressioni nell’Ucraina orientale. Anche se la Russia ha pagato un alto prezzo in sangue e attrezzature per prendere la città – fino a 17.000 dei suoi soldati potrebbero essere stati uccisi – le sue forze si stanno spingendo il più lontano possibile a ovest della città, cercando di impedire all’Ucraina di formare lì linee difensive più forti. Finora hanno percorso solo dai sette ai dieci chilometri. Ma in estate si prevede una spinta maggiore", afferma la pubblicazione che in seguito cita le analisi di Ronrad Muzyka, analista di Rochan Consulting e autore del sito web Ukraine Conflect Monitor, secondo cui “I prossimi cinque o sei mesi potrebbero essere critici”.
Kiev soffre ora di una grave carenza di munizioni: la Russia spara almeno cinque colpi per ogni ucraino e mentre il disegno di legge di sostegno dell’amministrazione Biden da 60 miliardi di dollari resta bloccato, l’Europa tarda a sostenere lo sforzo bellico.
Con la Russia che ora produce circa 3 milioni di proiettili di artiglieria all’anno e riceve scorte aggiuntive dalla Corea del Nord e dall’Iran, l’Europa prevede di produrre solo 1,4 milioni di proiettili all’anno entro la fine del 2024, arrivando a 2 milioni alla fine del prossimo anno”, scrive ancora l’Economist.
L’Ucraina deve inoltre fare i conti con la crescente necessità di effettuare una nuova grande mobilitazione. Al fronte c’è carenza di truppe, mentre la Russia non ha difficoltà a reclutare soldati a contratto. Sempre Muzyka stima che ogni mese vi sia un flusso costante di circa 30.000 nuove reclute, sufficienti a sostenere nel prossimo futuro gli “attacchi di carne” portati avanti ad Avdiivka. All'indomani delle farse elezioni presidenziali russe, il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, ha annunciato il 20 marzo la formazione di due nuovi eserciti, che richiederanno altri 300.000-400.000 soldati.


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A Kiev, nel frattempo, non sono riusciti ad approvare una legge sulla mobilitazione e ad annunciare la coscrizione generale. A dicembre l’allora comandante in capo dell’Ucraina, Valery Zaluzhny, voleva reclutare altri 400.000 soldati, ma Zelensky si era rifiutato di firmare un disegno di legge che avrebbe abbassato l’età di arruolamento a 25 anni.
L’appello è stato riproposto pochi giorni fa dal senatore repubblicano statunitense Lindsey Graham che, durante una visita a Kiev, ha sollecitato il parlamento ucraino ad approvare quanto prima un disegno di legge che abbassi i limiti di età minimi per la mobilitazione dei civili nelle forze armate.
L’intero popolo ucraino deve essere mandato al fronte”, tuonano i paladini della guerra disposti a mandare al macello anche la popolazione più giovane, proclamando il “nobile” intento di avallare il sacro diritto di una nazione che vuole combattere eroicamente ad ogni costo.
Eppure, come evidenziato recentemente dal quotidiano Politico, i dati di un sondaggio condotto dal Kyiv International Institute of Sociology (KIIS) condotto a febbraio, dicono tutt’altro: oltre il 70% degli ucraini ritiene che sia necessario cercare una via diplomatica per risolvere il conflitto nel paese.
Una statistica che entra in diretta risonanza con i recenti appelli del Papa per un “cessate il fuoco” affinché si rilanci il coraggio del negoziato.
"E' più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca", e "quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare”, ha affermato Papa Francesco.
Una trattativa che sarebbe stata possibile nel marzo-aprile 2022, ma come ormai accertato da figure istituzionali di primo piano, è stata boicottata dall’Occidente.
Un recente articolo del giornalista e vincitore del Premio Pulitzer Seymour Hersh ha inoltre rivelato che i negoziati per la risoluzione del conflitto avrebbero potuto iniziare anche diversi mesi fa, ma le autorità statunitensi hanno minacciato il leader ucraino di privarlo dei finanziamenti per esigenze non militari.
"Eravamo sul punto di avviare negoziati ragionevoli diversi mesi fa, prima della rielezione di Vladimir Putin e del degrado militare di Zelensky… Tuttavia, la leadership americana ha presentato a Zelensky un ultimatum: "Nessun negoziato o soluzione, altrimenti noi non sosterremo il vostro governo con i 45 miliardi di dollari di fondi non militari che l’Ucraina riceve ogni anno”, ha riferito un funzionario statunitense al giornalista.


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Kiev non ha alcuna possibilità di riconquistare i territori perduti

Eppure la strategia proposta da Washington prevede una strenua difesa volta ad allontanare più a lungo possibile un infausto esito già scritto. Come fece notare pochi giorni fa il direttore del programma Eurasia presso il Quincy Institute, Anatol Lieven sulle pagine del Time, la strategia dell’amministrazione Biden è ora quella di sostenere la difesa ucraina fino a dopo le elezioni presidenziali americane, nella speranza di indebolire le forze russe in una lunga guerra di logoramento.
Una tattica, tuttavia, che contiene un’implicazione e un difetto potenzialmente disastroso:
Il fatto che l’Ucraina stia sulla difensiva per un tempo indefinito implica che i territori attualmente occupati dalla Russia sono perduti. La Russia non siederà mai al tavolo delle trattative di cedere le terre che è riuscita a mantenere sul campo di battaglia”, affermava Lieven, spiegando che se anche il congresso statunitense sbloccasse i tanto promessi aiuti militare, “non esiste alcuna possibilità realistica di una vittoria totale dell’Ucraina l’anno prossimo, o l’anno successivo. Anche se gli ucraini riuscissero a rafforzare le proprie forze, la Russia potrebbe rafforzare ulteriormente le proprie difese”.
Una tesi riproposta oggi nelle pagine del Welt, secondo cui è improbabile che la guerra duri ancora per molti anni. “Ci sono sempre più segnali che il conflitto potrebbe essere temporaneamente sospeso, forse anche quest'anno. L'Ucraina non ha alcuna prospettiva di riconquistare i territori perduti quest'anno. Al contrario, dovremmo aspettarci nuove offensive russe e ci saranno nuove perdite territoriali”.

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