Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

La Procura di Bologna chiede la condanna di Vincenzo Vinciguerra e Luigi Ciavardini per falsa testimonianza aggravata per aver taciuto alcune circostanze nelle deposizioni rese durante il processo di primo grado sulla strage del 2 agosto 1980 a carico di Gilberto Cavallini. In particolare, la pm Rossella Poggioli ha chiesto due anni per Vinciguerra e quattro anni e tre mesi per Ciavardini. Nel dettaglio, Ciavardini - già condannato in via definitiva come esecutore materiale della strage - è a processo perché, nelle udienze del 9 e 16 maggio 2018, avrebbe "taciuto l'identità del personale medico che lo aveva curato" per la ferita riportata durante l'attentato del 28 maggio 1980 in cui i Nar uccisero, davanti al liceo 'Giulio Cesare' di Roma, il poliziotto Franco Evangelista, e per non aver voluto rivelare "l'identità degli amici di Cavallini che lo avevano ospitato a Villorba e zone limitrofe tra luglio e agosto 1980, quando non era in casa di Cavallini". Vinciguerra, invece, è ritenuto dall’accusa reticente perché non ha voluto fare i nomi delle persone da cui seppe che Valerio Fioravanti e Cavallini avrebbero fatto da collegamento tra il gruppo veneto di Ordine nuovo e i gruppi romani di estrema destra di Paolo Signorelli e Sergio Calore. Motivando le proprie richieste, la pm ha sottolineato che "i rapporti tra Ciavardini e Cavallini non si sono mai interrotti", come dimostrerebbe anche il percorso di Cavallini per accedere ai benefici penitenziari, ottenuti nell'aprile del 2016, con il regime di lavoro esterno alla cooperativa Essegi 2012, riconducibile proprio alla famiglia di Ciavardini e sciolta d'ufficio lo scorso anno. Inoltre, ha aggiunto, il fatto che Ciavardini non abbia voluto fare i nomi dei medici che lo curarono e degli amici di Cavallini che lo ospitarono rappresenterebbe, sempre per l’accusa, "un evidente tentativo" di proteggere lo stesso Cavallini.

La posizione di Vinciguerra

Quanto a Vinciguerra, la cui posizione viene comunque ritenuta meno grave rispetto a quella di Ciavardini, Poggioli ha rimarcato che l'ex esponente di Ordine nuovo e di Avanguardia nazionale - in carcere dal 1979 e condannato all'ergastolo per la strage di Peteano del 1972 - "sapeva bene che la sua decisione" di non fare i nomi che gli erano stati chiesti "lo avrebbe esposto ad un'accusa di falsa testimonianza, e lo ha detto esplicitamente" alla Corte d'Assise che processava Cavallini. In ogni caso, dal momento che anche la sua reticenza - come quella di Ciavardini - "costituisce un vulnus alla ricerca della verità", la Procura ha chiesto anche la sua condanna. Nel processo era imputato, sempre per falsa testimonianza, anche Stefano Sparti, figlio di Massimo Sparti (la cui testimonianza fu decisiva per far condannare Francesca Mambro e Valerio Fioravanti come esecutori della strage). Sparti è morto nel gennaio del 2023 e nei suoi confronti è stata ovviamente dichiarata l'improcedibilità, anche se il giudice Gilda Del Borrello aveva sottolineato di non poter pronunciare una sentenza di assoluzione, in quanto "per ognuna delle dichiarazioni" che gli erano state contestate erano emerse "risultanze di segno contrario, tali da destare dubbi sulla veridicità e sull'effettiva percezione dei fatti dichiarati". Oggi avrebbero dovuto concludere anche le parti civili e le difese, ma per una serie di circostanze non era presente nessun legale che rappresentasse Vinciguerra, tanto che si è dovuto nominare sul momento un avvocato d'ufficio per l'udienza odierna. Il risultato è che parti civili e difese interverranno nella prossima udienza, che era già stata calendarizzata per l'8 aprile alle 10.

Fonte: DIRE

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Bellini inviato da Cossiga a trattare con la mafia? La confessione in aula dell’ex terrorista

Strage Bologna, parla Paolo Bellini: ''Non c'entro nulla, non somiglio a quello del video''

Strage Bologna, i giudici: ''Fu atto eversivo dei Nar. Cavallini ebbe contatti con servizi e P2''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos