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Il Gom - Gruppo operativo mobile - è un reparto specializzato della polizia penitenziaria destinato alla custodia e allo spostamento dei detenuti sottoposti al regime speciale del 41 bis e da oltre venticinque anni raccoglie dettagli impercettibili che servono a decifrare i messaggi in codice dei boss detenuti.
Boss come Michele Zagaria, Totò Riina e Matteo Messina Denaro.
"Ciò che succede all'interno delle celle del 41 bis si proietta sempre fuori, perché le organizzazioni criminali hanno la necessità di mantenere i contatti con l'esterno - ha spiegato Augusto Zaccariello, 58 anni, direttore del Gom - Per questo il nostro è un lavoro di osservazione e di analisi meticolosa. I detenuti sono già sottoposti all'ascolto di colloqui o telefonate in carcere e al controllo della corrispondenza: di questo loro ne sono consapevoli, la sfida è riuscire a comprendere il loro modo di trasmettere informazioni. Si tratta di un linguaggio criptato ovviamente non scritto né parlato, esclusivamente paraverbale".
Le indagini dei Gom comprendono attente analisi delle espressioni del viso o dei movimenti: "Attraverso questo tipo di indagini su segni e piccoli atteggiamenti riusciamo anche a capire di alleanze tra organizzazioni o frizioni interne", ha sottolineato il capo del Gom. Sui 724 reclusi al 41 bis, solo quattro sono ex terroristi politici, gli altri 720 sono esponenti di vertice delle mafie ed hanno una età media tra i 45 e i 50 anni: prevalgono numericamente gli appartenenti alla camorra, seguiti da quelli di Cosa nostra, 'Ndrangheta e Stidda. Nei loro momenti di socialità possono dividersi in gruppi isolati di massimo quattro persone. "I criminali della malavita tra di loro sono solidali e a differenza degli ex terroristi, che dimostrano apertamente la loro avversione allo Stato, dai clan in carcere c'è un apparente rispetto delle istituzioni, spesso finalizzato a non perdere eventuali benefici di cui potrebbero godere, uno dei loro principali obiettivi". I boss infatti si "limitavano solo al buongiorno e al buonasera"; "ciò che per me resta indimenticabile sono i loro sguardi. Del resto i boss delle cupole si limitavano solo al buongiorno e al buonasera", ha detto.
E poi ancora, Zaccariello ha ricordato i tanti colleghi uccisi per aver fatto il loro dovere:
"Da Pasquale Campanello a Michele Gaglione e purtroppo tanti altri colleghi uccisi, diversi colleghi sono diventati obiettivi simbolo per le organizzazioni criminali. Forse siamo gli agenti che lavorano di più all'ombra".

Foto © Imagoeconomica

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