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Una notizia o è vera o è falsa. Non ci sono questioni di opportunità politica da considerare. Le notizie non hanno colore, né seguono ragioni di opportunità. Sono notizie o non lo sono”. Sono state queste le parole del conduttore della trasmissione Report Sigfrido Ranucci, intervistato dal Corriere della Sera in merito alla notizia di una nuova interrogazione presentata da Fratelli d’Italia in commissione di Vigilanza contro le puntate sulla famiglia del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e sul padre della premier Giorgia Meloni.
Secondo i detrattori della trasmissione vi sarebbe stato accanimento nei confronti dei soggetti sopracitati: “Nell'ultima convocazione in Vigilanza ho portato la lista degli ultimi 12 anni di inchieste, dimostrando che hanno riguardato tutti i partiti: abbiamo lavorato su Vincenzo De Luca (Pd) e su Giuseppe Conte ai tempi della pandemia (M5S). È logico che se un partito governa e amministra, riceverò più segnalazioni” ha detto Ranucci specificando che a differenza di quanto scritto nel comunicato di Fdi, riportato in questo articolo, nell'inchiesta sulla famiglia di La Russa il testimone non è "un pentito ma di Michele Riccio, un ex ufficiale che sul tema trattato non è mai stato giudicato inattendibile. Quanto a Luigi Ilardo, le cui dichiarazioni vengono riportate da Riccio, è uno dei pentiti di mafia più importanti dopo Buscetta, ha consentito molti arresti di capi mafia sconosciuti ad Agrigento, Catania e Caltanissetta”, ucciso il 10 maggio 1996 poco prima di diventare ufficialmente collaboratore di giustizia.
Il conduttore ha ribadito che le inchieste di Report registrano un notevole interesse e che è piuttosto strano che “ci si concentri sulle dichiarazioni di un ex ufficiale e non su quello che abbiamo raccontato sulla famiglia La Russa”. D’altronde si tratta di personaggi pubblici e se non avesse dato la notizia “qualcuno avrebbe potuto accusarmi di autocensura”.

Fonte: Corriere della Sera

Foto © Imagoeconomica

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