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C’è apprensione anche a livello internazionale per le sorti del “conflitto armato interno” al Paese

Sono almeno dieci i morti in Ecuador, nel "conflitto armato interno" dichiarato ieri dal presidente del Paese, Daniel Noboa. Lo ha reso noto la polizia nazionale. Oltre ai dieci morti, di cui tre agenti di polizia, sono stati registrati tre feriti. Circa 70 persone sono state arrestate. La polizia ha riferito anche il sequestro di esplosivi, molotov e armi da fuoco e la confisca di automobili e veicoli. Le autorità hanno segnalato anche l'attacco a cinque ospedali. Da domenica il Paese è in stato d'emergenza, dichiarato dopo l'evasione dal carcere del leader della banda "Los Choneros", noto come "Fito". Noboa ha dichiarato lo stato d'emergenza e il coprifuoco dalle 23 alle 5, con intensificazione dei controlli nelle carceri per prevenire altre evasioni. La tensione nel Paese è salita ieri, dopo l'attacco di uomini armati nel pomeriggio (sera in Italia) all'emittente televisiva "Tc".

L'attacco, in cui sono stati presi in ostaggio giornalisti e collaboratori della testata, ha costretto a interrompere le trasmissioni. L'azione è stata conclusa senza vittime e con l'arresto di 13 persone incriminate per "terrorismo". Nelle stesse ore si sono verificate tensioni nelle città e uno scontro a fuoco si è verificato nel centro di Quito, la capitale, a pochi metri dal Palacio de Carondelet, sede del governo nazionale e residenza del presidente della Repubblica. Subito dopo, Noboa ha proclamato con un decreto lo stato di "conflitto armato interno" e ha assegnato a oltre una ventina di gruppi criminali la qualifica di "organizzazioni terroristiche transnazionali" da "neutralizzare". Inoltre, Noboa ha assegnato protezione speciale agli alti funzionari del Gabinetto strategico di sicurezza, e ai rispettivi familiari che vivono nel Paese.

Poco dopo l'entrata in vigore del nuovo decreto, l'esercito dava conto delle prime operazioni di sicurezza in vari punti del Paese, specialmente nei pressi delle carceri più importanti. I principali centri commerciali delle grandi città hanno deciso di chiudere i cancelli, mentre il ministero dell'Istruzione ha reso noto che fino a venerdì le lezioni in presenza di ogni ciclo scolastico saranno sospese. Il ministero del Lavoro, da parte sua, ha emesso una circolare per incentivare il più possibile il lavoro da remoto. La direzione generale dell'aviazione civile ha chiesto a tutti gli operatori aeroportuali di rafforzare le misure di controllo sui passeggeri in transito, su loro bagagli e accompagnatori, nonché su tutte le strutture logistiche e di trasporto.





Dai Paesi vicini sono arrivate risposte alla tensione e appelli all'unità nel combattere le bande. La presidente del Perù, Dina Boluarte, ha dichiarato lo stato di emergenza alla frontiera nord che confina con l’Ecuador. Gli Stati Uniti hanno sospeso le attività consolari. E un appello "all'unità nella lotta contro le bande, oltre le storiche divisioni politiche, è arrivato anche dall'ex presidente dell'Ecuador Rafael Correa. Anche sullo scenario internazionale c’è molta attenzione su quanto sta accadendo in Ecuador.

"Seguiamo con logica preoccupazione gli avvenimenti degli ultimi giorni in Ecuador e ne sosteniamo, come non si potrebbe altrimenti, l'istituzionalità democratica. Speriamo che la normalità venga presto ripristinata”, ha detto il premier spagnolo, Pedro Sánchez, intervenendo all'VIII conferenza degli ambasciatori spagnoli. La Francia invita i connazionali che intendono recarsi in Ecuador di ''rinviare il loro progetto'' di viaggio nel Paese, secondo quanto si legge sul sito internet del ministero degli Esteri di Parigi. Quanto alla Russia, il Cremlino si aspetta che le autorità dell'Ecuador siano in grado di riprendere il controllo della situazione nel Paese e ripristinare l'ordine, come ha affermato in una nota la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Mosca ha espresso solidarietà all'Ecuador, che sta affrontando "un forte aumento dell'attività delle organizzazioni criminali". La portavoce ha aggiunto che la Russia "condanna fermamente i metodi terroristici", inclusa la presa di ostaggi.

Anche la Cina "sta monitorando attentamente" gli sviluppi in Ecuador e sostiene il governo di Quito negli sforzi per ripristinare l'ordine "il prima possibile". Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning, nella conferenza stampa odierna, ricordando che l'ambasciata e il consolato generale hanno sospeso i servizi nel quadro della crisi attraversata dal Paese dell'America latina. Il meccanismo di protezione consolare d'emergenza sarà comunque attivato "quanto prima”, ha fatto sapere il colosso orientale.

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