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Centinaia di manifestanti sfidano il cordone della polizia davanti agli ingressi dell’European Outdoor Show, a cui partecipano anche produttori di armi israeliane

Una marcia solenne, animata da grida concitate contro il genocidio che sta avvenendo a Gaza e contro la cultura delle armi che, a Verona, ha trovato spazio in occasione dell’European Outdoor Show, appunto la fiera internazionale delle armi che si è tenuta presso Veronafiere.
Il 17 febbraio centinaia di manifestanti si sono radunati nel piazzale antistante i padiglioni per protestare contro quella che di facciata voleva apparire come una fiera di caccia, tiro sortivo, pesca, nautica e outdoor, nel tentativo di nascondere i produttori di armamenti che certamente incrementano i loro bilanci su tutt’altra clientela. Il corteo è stato chiamato dalla rete Verona per la Palestina e ha visto l’adesione di numerosi movimenti e associazioni, canalizzando molte delle battaglie in corso: dalla lotta pacifista a quelle femminista e antispecista. Una contestazione trasversale e intersezionale, dunque, che si unisce ai cori unanimi di solidarietà per la Palestina, contro una fiera che è diventata espressione distorta di una cultura della guerra, della violenza, della sopraffazione.
Tra le maggiori società produttrici di armamenti da tutto il mondo, Veronafiere ha ospitato anche società israeliane che riforniscono l’esercito di Tel-Aviv, contribuendo al genocidio in corso in Palestina.

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Negli stand espositivi spiccano le israeliane Caa Tactical, che vende i nuovi fucili d'assalto Kalashnikov ALFA, Maglula e Orpaz Holster e altre note aziende di produzione di armi, quali Revo Armas, Vortex Optics, Colt e Remington.
Presente anche Beretta che ha presentato pistole e fucili semiautomatici da 60 colpi al minuto, famosa per aver sviluppato e prodotto il fucile d’assalto ARX 160 che uccide a 600 metri di distanza.
Ma questo è solo un tassello di un sodalizio vigente tra il nostro governo e quello israeliano nelle sue azioni più criminali.Pensate, per esempio come i piloti israeliani che oggi adoperano gli F35 per radere al suolo case, scuole, ospedali, da almeno un decennio vengono addestrati al volo con l’utilizzo di un caccia addestratore prodotto in provincia di Varese (Alenia Aermacchi M-346 Master). Un velivolo venduto a Israele nel 2012Abbiamo poi gli elicotteri d’assalto 'Koala’, aventi la funzione di addestrare e formare i piloti per le operazioni d’assalto”, venduti dalla Leonardo ad Israele neanche due anni fa. Sulle unità navali che bombardano la striscia di Gaza sono montati cannoni che sparano fino a 120 colpi al minuto prodotti alla Spezia, sempre da un’azienda del gruppo Leonardo”, afferma il redattore di ANTIMAFIADuemila Francesco Ciotti, presente assieme al collettivo Casa Giovani del Sole, spiegando come il nostro Paese sia direttamente corresponsabile con il terribile massacro che sta avvenendo a Gaza, dove anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità fa sapere che la situazione negli ospedali è ormai insostenibile, accusando Israele di ostacolare le missioni di consegna degli aiuti. 

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Ancora molti analisti, pur di giustificare questo massacro, sostengono che i soldati israeliani bombardano Gaza nel rispetto delle regole d’ingaggio.Affermazione, quanto mai falsa! Israele ha sganciato 29000 bombe su Gaza, il 45% delle quali sono bombe 'non guidate cioè sparate a caso sulla popolazione”, ha continuato il redattore, sottolineando il triste bilancio delle vittime che ha ormai raggiunto 28.858 morti e quasi 69.000 feriti, secondo il ministero della Sanità di Gaza.
Il corteo è proseguito fino ad uno degli ingressi secondari della fiera, dove un cospicuo dispiegamento di forze dell’ordine bloccava l’entrata principale. A quel punto, decine di manifestanti, in segno di protesta, hanno tentato di oltrepassare il cordone con le mani alzate e simbolicamente dipinte di rosso per tentare di aprire uno squarcio sulla cruda realtà della guerra e degli orrori che vedono coinvolte alcune aziende partecipanti.
Ne sono seguite fasi concitate che hanno visto le forze dell’ordine in tenuta antisommossa caricarealcuni attivisti che tentavano di forzare il blocco.
Gli attimi di tensione, fortunatamente, hanno fatto seguito a nuovi momenti di quiete, dove ad una piccola delegazione dei manifestanti è stato consentito di superare il cordone e raggiungere l’ingresso della fiera per un’azione dimostrativa.

Foto © Francesco Piras e Francesco Ciotti

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