"Spero che a partire dalla nostra città arrivino dei segnali veri e concreti di solidarietà nei confronti del popolo palestinese. La politica sta dimostrando ancora una volta una distanza abissale rispetto al sentimento popolare diffuso a Palermo così come in Italia, in Europa e nel mondo. Questo sentimento viene offeso dalla politica con le sue scelte cobelligeranti, che rende complici in questo genocidio".
Con queste parole Zaher Darwish, presidente dell'Ass. Voci nel silenzio in rappresentanza della comunità palestinese di Palermo, ha dato inizio al corteo che ieri pomeriggio ha invaso il centro di Palermo.
Zaher Darwish
Sono oltre 1.500 le persone che da piazza Bellini si sono incamminate lungo via Maqueda per arrivare in piazza Verdi. Centinaia le sigle di associazioni, movimenti, sindacati, comitati e tante altre soggettività che hanno voluto esprimere la loro solidarietà al popolo palestinese aderendo all'appello internazionale “Global day of action for Palestine". Insomma, una fetta di società civile ieri è scesa in strada nonostante il maltempo per chiedere la cessazione immediata e permanente del genocidio indiscriminato in atto a Gaza e in Palestina; di spezzare l'assedio imposto a Gaza, consentendo l’ingresso immediato degli aiuti umanitari e sanitari; abbiamo preteso a gran voce il rispetto delle risoluzioni ONU per il diritto all’autodeterminazione e il diritto al ritorno per il popolo palestinese; ma anche la liberazione di tutti i detenuti palestinesi nelle carceri sioniste; e infine il sanzionamento di Israele che nei giorni scorsi si è addirittura seduto sul banco degli imputati della Corte internazionale di giustizia perché accusato dal Sudafrica di “genocidio”.
Durante il corteo è stato dedicato ampio spazio anche all'arte. Dal cortile della Chiesa di San Cataldo, infatti, un coro di donne hanno cantato la "Ninna nanna di tutti li matri" di Serena Ganci. A seguire la lettura di alcuni nomi di vittime palestinesi ma anche di poesie. Un modo per conciliare non solo la memoria ma anche la resistenza anzitutto culturale della Palestina in una città - Palermo - che della cultura e della solidarietà ha fatto i suoi tratti distintivi.
"In questi giorni all'Aja c'è il processo contro Israele imputato per 'genocidio' - ha continuato Darwish -. Spero che arrivi questa condanna e che questo giudizio comporti l'immediato cessate il fuoco e il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza e da tutti i territori occupati, in modo tale che il popolo palestinese possa ricostruire il proprio Stato libero, democratico e laico".
"Insieme per il cessate il fuoco. Stop all'occupazione della Palestina" recitava lo striscione di testa. Una rivendicazione che non è iniziata il 7 ottobre e non si è conclusa con la mobilitazione di ieri. Continuerà nelle prossime settimane, "fino a quando la Palestina non sarà libera dall'occupazione sionista" ha concluso Zaher Darwish.
Foto © Pietro Calligaris
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