Il senatore di Forza Italia attacca il magistrato per il libro "Il colpo di spugna"
Apprendiamo da Il Fatto Quotidiano, precisamente da un articolo del giornalista Giuseppe Pipitone, la notizia che il senatore Maurizio Gasparri ha chiesto al ministro della Giustizia Carlo Nordio di punire il pm Nino Di Matteo. La ragione di tale richiesta viene motivata dalla pubblicazione dell’ultimo libro del magistrato, “Il colpo di spugna” (ed. Fuori Scena), in cui Di Matteo, intervistato dal giornalista e scrittore Saverio Lodato, commenta la sentenza della Cassazione sul processo trattativa Stato-mafia, sollevando le criticità e illogicità presenti nelle motivazioni con cui i supremi giudici hanno assolto tutti gli imputati del processo.
Il capogruppo di Forza Italia al Senato ha firmato un atto di sindacato ispettivo diretto al Guardasigilli, per sapere “quali iniziative intenda assumere per verificare l’eventuale sussistenza di responsabilità disciplinari e a tutela della magistratura, della Corte di cassazione e dei suoi componenti”.
Insieme al procuratore generale della Cassazione, infatti, il guardasigilli è titolare della facoltà di promuovere l’azione disciplinare sui magistrati. Gasparri ha inoltre chiesto al ministro di “verificare l’eventuale sussistenza di reati derivanti dalle esternazioni contenute nel citato libro”.
L’ex ministro di Berlusconi, citando nella sua interrogazione svariati passaggi del libro, riportando poi la sua interpretazione, arriva a ritenere che il magistrato è autore di “gravi affermazioni e pericolose insinuazioni lesive del prestigio della suprema Corte di cassazione”.
E aggiunge che Di Matteo ha violato i canoni del “riserbo ed equilibrio” perché ha accusato “la suprema Corte di veri e propri atteggiamenti e comportamenti mafiosi, consistenti in minacce (“non vi dovevate permettere”) e condotte omissive e omertose (“preferiamo dire che i fatti non ci furono. E se necessario, per ristabilire l’ordine naturale delle cose, quei fatti preferiamo non vederli, ignorarli in blocco”)”. Ma Gasparri accusa il pm anche di aver insinuato che “la Corte di cassazione sia un giudice espressione di uno Stato criminale che, in quanto tale, ha paura di processare sé stesso”. È per tutte queste ragioni, che a nostro giudizio sono prive di ogni fondamento, che Gasparri ha chiesto a Nordio di contestare quantomeno un illecito disciplinare a Di Matteo.
Rielaborazione grafica by Paolo Bassani
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