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tranfaglia nicola web1di Nicola Tranfaglia - 1 settembre 2015
L'uomo di Arcore ha mosso una pedina nel difficile gioco a scacchi che sta ormai per incominciare a livello politico e parlamentare nel bel Paese e l'ha fatto, come era da aspettarsi da parte degli osservatori italiani e stranieri, sulla legge elettorale su quel benedetto (per usare un termine inoffensivo) Italicum che potrebbe con l'accordo dei partiti maggiori sottoposto di nuovo al parlamento e che, dunque, può subire modifiche rispetto al testo approvato fino ad oggi.
"Diamo una mano a Renzi se lui ci offre qualcosa di succulento. Quel qualcosa è la riapertura del tavolo sulla legge elettorale.
Se ci garantisce il ritorno al premio alla coalizione, allora noi ci dimostriamo disponibili sulle riforme. Altrimenti, signori miei, si vota contro. “Durante la riunione, l'ex presidente del Consiglio ha sottolineato più volte una simile posizione dicendo che Forza Italia sta all'opposizione quanto sta la Lega, non un centimetro in meno”. Sul premio alla coalizione, l'uomo di Arcore sta di avere l'appoggio della Lega che su questo piano non può che appoggiare la posizione assunta da Forza Italia.

I forzisti desiderano il premio di coalizione, il ritorno del Senato all'elezione diretta (come vogliono peraltro SEL e la minoranza presente nel Partito democratico) e la riapertura sul capitolo V della Costituzione che riguarda i rapporti tra lo Stato e gli enti locali previsti dalle nostre leggi. Berlusconi è contrario al "blocco dell'Italia" per tre giorni annunciato da Salvini per il prossimo mese di novembre che non risponde-secondo l'uomo di Arcore - al Dna del suo partito-movimento (come ama da un certo tempo definirlo ,oscillando persino sul nome essendosi affacciato l'espressione "l'altra Italia".
Chi conosce da tempo il "populismo autoritario", di cui è massimo rappresentante l'uomo di Arcore, non si stupisce per la mossa di Berlusconi fatta a Villa Certosa dinanzi allo stato maggiore con Romani, Brunetta e il consigliere politico e da poco presidente della Regione ligure Giovanni Toti (che sembra aver preso oggi vicino a Berlusconi il posto che fu a lungo occupato da Gianni Letta) perché era l'unico modo di uscire-dopo molti mesi-da una sorta di limbo in cui sembra essersi confinato(o piuttosto era stato costretto ad andarci di fronte al grande attivismo dei suoi concorrenti in popolarità come il presidente-segretario del partito democratico e il nuovo leader dopo gli anni di Bossi). Ora Berlusconi si sente di nuovo in partito e attende le reazioni di Renzi che non si nasconde le difficoltà della ripresa di settembre e soprattutto di Salvini che l'uomo di Arcore continua a considerare alleato strategico, sia pure a certe condizioni, della coalizione di centro-destra.

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