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Luca Tescaroli, procuratore aggiunto di Firenze, assume ora la guida della procura di Prato dopo essere stato votato a maggioranza. Tuttavia, la sua nomina è stata accompagnata da un chiaro 'messaggio' proveniente dai membri laici di destra. In che modo?
Nonostante i pareri totalmente positivi esposti nella delibera i consiglieri laici in quota centrodestra hanno rifiutato senza apparente motivo di votare in suo favore: si sono astenuti Enrico Aimi di Forza Italia, Claudia Eccher della Lega (una degli avvocati di Matteo Salvini) e due degli eletti di FdI, Isabella Bertolini e Rosanna Natoli, mentre Felice Giuffrè e Daniela Bianchini, sono usciti dall’aula. Un episodio quasi identico era accaduto lo scorso ottobre, quando Giuffrè, Bertolini, Natoli ed Eccher si erano astenuti senza spiegazioni sul voto per la conferma di Tescaroli nelle funzioni di aggiunto a Firenze, nonostante tutti i giudizi sul suo operato fossero positivi.
Da ricordare inoltre che a giugno scorso, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri aveva chiesto (senza successo) al ministro della Giustizia Carlo Nordio di disporre un’ispezione nei confronti di Tescaroli, derubricando le sue ipotesi accusatorie a “tesi politiche”.
Un segnale significativo ma fin troppo evidente; e non c'è bisogno di spiegare il perché.
Tornando alle carte è facile rendersi conto dello spessore professionale dell'ex procuratore aggiunto.
Nella delibera si legge che Tescaroli "ha personalmente assunto la titolarità di molteplici, delicati e complessi procedimenti, confermando di possedere eccellenti doti investigative e solida preparazione giuridica: è stato applicato alla trattazione di numerosi procedimenti di competenza della DDA, inerenti alle stragi terroristico-eversive, commesse nel biennio 1993-1994 nelle città di Roma, Firenze e Milano, è stato applicato alla trattazione del procedimento di competenza della DDA inerente alla strage del 23 dicembre 1984, sul treno rapido mentre transitava in località San Benedetto Val di Sambro nella Grande Galleria dell'Appennino, è stato applicato alla trattazione di procedimenti per reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, di importazione e cessione di droga di varia tipologia".
Di particolare rilevanza sono state anche le attività legate alle misure di "prevenzione personali, traffico organizzato finalizzato allo smaltimento dei rifiuti, criminalità cinese, generica (mafie tradizionali: Camorra, Cosa nostra, ‘Ndrangheta, anche in forma di delocalizzazione in Toscana; mafie autoctone e di importazione: criminalità albanese; tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, associazioni dedite alla pedopornografia, reati sessuali, traffico di stupefacenti, di merce contraffatta e contrabbando". Secondo il Csm Luca Tescaroli è un magistrato dal "brillante percorso professionale" che evidenzia "spiccate e comprovate attitudini organizzative e direttive, che lo rendono il candidato certamente più idoneo".
Nella delibera approvata si legge inoltre che il magistrato “vanta una conoscenza e preparazione giuridica non comune e una solidissima esperienza professionale, che lo ha portato”, da pm a Caltanissetta e poi a Roma, “a condurre alcune delle indagini e a celebrare alcuni dei processi più importanti per la storia del Paese”: tra gli altri, quelli per la strage di Capaci, per l’omicidio del banchiere Roberto Calvi e per il caso Mondo di mezzo-Mafia capitale.
Tescaroli assieme al collega Luca Turco stava indagando per individuare i presunti ispiratori politici delle bombe mafiose di Firenze, Roma e Milano. Nel fascicolo, già archiviato e riaperto più volte, è indagato il cofondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri (perquisito lo scorso luglio) e fino alla sua morte lo era anche l'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
Tra le carte viene riportata anche la recente riapertura dell’indagine sulla strage del Rapido 904 del 23 dicembre 1984, anch’essa mirata a individuare eventuali complicità esterne alla mafia.

Foto © Imagoeconomica

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