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"Credo che quella sull'abuso d'ufficio sia una delle peggiori riforme mai fatte nell'ultimo periodo". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone nel corso dell'intervento tenuto a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) al Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli per il convegno "Lo Statuto penale della Pubblica Amministrazione tra esigenze di garanzia e tutela della prevaricazione"; un'iniziativa organizzata dal direttore del Dipartimento Raffaele Picaro per presentare il volume sul voto di scambio politico-mafioso scritto dal procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Pierpaolo Bruni, intitolato "L'inquinamento elettorale e i reati contro la Pubblica amministrazione". Cantone ha proseguito spiegando, in relazione al disegno di legge presentato dal Guardasigilli Nordio, che "l'eliminazione di tale fattispecie rappresenta anche dal punto di vista ideologico un passo indietro nell'ambito di uno stato liberale, perché non soltanto si elimina l'abuso d'ufficio di vantaggio, ma si elimina l'abuso d'ufficio di danno in un Paese in cui una delle prime riforme che vennero fatte nel 1944 fu quella di prevedere una scriminante degli atti arbitrari del pubblico ufficiale. Cioè si era previsto che perfino il cittadino poteva reagire con atti di violenza contro atti arbitrari del pubblico ufficiale". Tornando al presente, Cantone osserva che "la prossima direttiva europea in materia di anticorruzione obbliga i Paesi a prevedere una fattispecie di abuso d'ufficio. Per cui rischiamo di dover approvare una norma che dovremo ripristinare".
"L'eliminazione dell'abuso d'ufficio per esempio - ha ancora sottolineato Cantone - ha un effetto deleterio mostruoso sulla possibilità di aggredire le fattispecie corruttive, perché significa far venir meno un reato spia che consente di avviare le indagini sulla pubblica amministrazione. Con questa riforma saranno sostanzialmente eliminati due reati importanti, l'abuso d'ufficio e il traffico di influenze".
Nel suo intervento il Procuratore di Perugia ha affrontato anche altri argomenti in tema di giustizia.
Ad esempio, secondo il magistrato sul piano della trasparenza amministrativa il Paese ha un "gap enorme, perché la normativa sulla trasparenza è del 2013, e fino a quel momento la trasparenza era un'affermazione di principio". "È con la legislazione anti corruzione - ha aggiunto - che il Legislatore ha provato a mettere i paletti per costruire un sistema che metta insieme repressione e prevenzione. Quella legge è stata scritta malissimo come tante leggi, però aveva in se una grande intuizione, ovvero l'idea che l'approccio contro la pubblica amministrazione non può essere solo punitivo, deve essere preventivo e deve essere preventivo nel senso di valorizzare la parte migliore della pubblica amministrazione. La trasparenza significa che la pubblica amministrazione rende partecipe il cittadino, ma lo fa come sua attività e come sua iniziativa. È l'idea di una pubblica amministrazione che cerca di auto organizzarsi attraverso i piani di prevenzione alla corruzione". 
Secondo il magistrato "ancora oggi nel nostro mondo c'è una parolina che fatica ad entrare, ed è 'conflitto di interesse', ossia il vero grande problema di chi vuole affrontare i temi della pubblica amministrazione. E invece si continua a far finta di nulla. L'unica norma penale che consentiva di punire l'eventuale abuso del conflitto d'interesse è proprio l'abuso d'ufficio, ma con la sua abolizione non ci sarà tutela penale in materia di conflitto di interesse". "Ci riempiamo sempre la bocca dei principi costituzionali - ha proseguito il magistrato - ma l'articolo 97 della Costituzione che prevede il principio di imparzialità viene declassato al rango di una norma secondaria laddove non ci sarà nessun presidio penale a tutelare l'imparzialità della pubblica amministrazione. Oggi abbiamo una prima limitatissima normativa sul conflitto d'interesse. Il problema sarebbe quello di mettere tutto a sistema: io credo che bisognerebbe innanzitutto avere il coraggio di dire che in questa materia ci debba essere un vero e proprio fermo biologico. Basta riforme. Basta riforme settoriali. Bisogna invece mettere a regime tutto quello che c'è e sistemare, perché c'è molto da sistemare. Sul piano penale credo che la disciplina dei reati contro la pubblica amministrazione andrebbe rivista in modo organico, per esempio per quanto riguarda le pene, che spesso non sono più equilibrate". 
Un altro spunto lo ha poi dato sul reato di rivelazione del segreto d'ufficio, la cui pena è inadeguata. Questa "è punita con la reclusione fino a 3 anni e noi sappiamo cosa significa una pena fino a 3 anni". "Io credo che su questa materia una riflessione complessiva andrebbe fatta, tenendo presente quali sono i reati sui quali invece puntare".

Foto © Imagoeconomica

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