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Abrogazione del reato di abuso d’ufficio; modifica reato di traffico di influenze illecite; rafforzata la segretezza delle comunicazioni tra gli avvocati difensori e gli imputati; introdotti 'paletti' particolarmente stringenti sulle intercettazioni; gli arresti in carcere dovranno essere decisi da un collegio di giudici; il pm non potrà più proporre appello per quei reati che pretendono pene inferiori a quattro anni di carcere o con la sola multa e modifiche all'organico della magistratura.
Sono questi i punti del decreto legge 808 che dovranno essere discussi domani al Senato.
Sarà l'ennesima occasione per il governo e le forze di maggioranza di attuare un ulteriore depotenziamento degli strumenti giudiziari: basti pensare al traffico di influenze che verrà reso punibile solo nel caso in cui il pubblico ufficiale (o chi per lui) si faccia dare o promettere "denaro o altra utilità economica" in cambio di favori.
Oppure alla tanto agognata 'cancellazione ai soggetti terzi nelle intercettazioni': una modifica cardine della cavalleria garantista, assieme, ovviamente, al divieto assoluto di acquisire "ogni forma di comunicazione, anche diversa dalla corrispondenza" tra l'imputato e il suo difensore lasciando così campo libero a boss e picciotti di sfruttare un diritto sacrosanto per tutti i detenuti di veicolare informazioni all'esterno del carcere (come ordini di morte).
Altro punto riguarda l'esecuzione degli arresti: le misure cautelari non potranno essere più decise da un solo giudice ma da un collegio prevedendo l'interrogatorio preventivo della persona sottoposta alle indagini preliminari.
Inoltre, sempre come riportato dal testo del ddl, al pubblico ministero verrà tolta la possibilità di fare ricorso nel caso in cui la pena sia solo pecuniaria o che non superi i quattro anni di reclusione.
Questo di fatto comprende tutta una serie di reati che hanno un forte impatto sociale e giuridico: resistenza, aggressione o minaccia a pubblico ufficiale; interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità (come gli ospedali); oltraggio a un magistrato in udienza; distruzione di corpi di reato (come documenti); falsa testimonianza; false dichiarazioni o attestazioni alla magistratura; intralcio alla giustizia; evasione; istigazione a delinquere; violenza o minaccia per costringere a commettere un reato; violazione di domicilio via elencando.
Per tutti questi reati se l'imputato verrà prosciolto il pubblico ministero non potrà opporsi, tranne nel caso in cui l'assoluzione verrà erogata con la formula 'perché il fatto non costituisce reato'.
Altre disposizioni riguardano l'abolizione del reato di abuso d'ufficio e alcune modifiche del codice dell'ordinamento militare.


Le intercettazioni e il guadagno sui sequestri dei beni

Per ogni euro speso lo Stato ne incassa almeno dieci tramite il sequestro dei beni.
È questo il dato riportato da 'La Stampa' facendo riferimento alle lamentele del ministro della giustizia Carlo Nordio sulle intercettazioni che, a suo dire costerebbero troppo.
Un'affermazione assurda, smentita anche dai numeri: a Napoli la spesa complessiva nel 2023 era di 5,89 milioni ma il valore di beni mobili e immobili sequestrati è di 197,9 milioni; a Reggio Calabria sono stati spesi 7,9 milioni, sequestrati (e confiscati) beni e contanti per 825 milioni; a Milano (spesa circa 10 milioni) e Torino (3,5) si contano sequestri per centinaia di milioni; a Palermo le captazioni informatiche sono costate 30,47 milioni ma i sequestri ne hanno fruttati 322,1 milioni, senza dimenticare la cattura del super latitante Matteo Messina Denaro.
Inoltre le intercettazioni rivestono un'importanza fondamentale per quanto riguarda il sequestro e la distruzione della droga: si parla di decine di tonnellate all'anno.
Leggendo questi dati ritornano alla mente le parole del procuratore della repubblica di Napoli Nicola Gratteri: "Limitare l’uso delle intercettazioni ha un solo effetto: ostacolare la lotta alla criminalità, impedendo che sistemi come quello del cosiddetto Qatargate (al di là delle singole responsabilità che dovranno essere vagliate) vengano scoperchiati; significa non volere stare dalla parte dei cittadini onesti".
Stesso concetto ripreso dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario: "Solo nel corso delle perquisizioni effettuate (a casa del boss Matteo Messina Denaro ndr) nel gennaio 2023 sono stati sequestrati 500 mila euro in gioielli e 300 mila in contanti: somme subito confluite nel fondo unico della giustizia (Fug)". Per De Lucia "è dunque necessario difendere gli strumenti normativi che abbiamo e che, a mio avviso, sono irrinunciabili e mi riferisco alle intercettazioni: è certamente vero che hanno un costo ma i risultati in termini investigativi dello strumento mi sembrano evidenti".

Fonte: senato.it

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