Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L’intervento di Ida Teresi all’inaugurazione dell’anno giudiziario di Napoli: la politica delegittima decisione giudici

"La giustizia italiana si trova al centro di spinte riformiste di tale portata da lasciarne presagire un riassetto costituzionale: per questo l’attenzione di tutti, non solo della magistratura, deve essere altissima. È in gioco l'effettiva praticabilità della tutela dei diritti, che è la fondamentale funzione che la Costituzione ci affida. E sono in discussione regole e principi finalizzati a garantire non i magistrati, ma i cittadini; a proteggere non nostri privilegi, ma la democrazia del Paese". Lo ha detto Ida Teresi (in foto), presidente della Giunta distrettuale di Napoli dell’Associazione nazionale magistrati, nel suo intervento all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2024. "Le riforme ci preoccupano - ha aggiunto Teresi - la decisa virata verso la depenalizzazione di condotte di pubblici amministratori produrrà ingiustificata impunità: un sostanziale salvacondotto per la lesione delle finanze pubbliche e per l’offesa del diritto dei cittadini ad avere servizi pubblici efficienti. E preoccupa l’affermazione secondo la quale la corruzione in Italia sarebbe più percepita che reale. L'Anm è ampiamente intervenuta sul tema: mi limito qui a ricordare che il contrasto alla corruzione rappresenta un interesse vitale per la sopravvivenza delle istituzioni democratiche, come anche l’Europa ci ricorda, sia per la gravità in sé delle condotte sia per la stessa efficacia dell’azione di contrasto alla criminalità mafiosa a causa del legame intrinseco e strutturale tra mafia, corruzione e impresa; come comprese oltre 50 anni fa Pio La Torre, a costo della sua vita. Perché indebolire la possibilità di difendere lo Stato e la collettività da quegli attacchi alla democrazia?".
"Siamo preoccupati - ha aggiunto - per una deriva dei rapporti istituzionali che vede segmenti del mondo politico porre in discussione la legittimazione stessa delle decisioni dell’autorità giudiziaria, mettendo in pericolo la tenuta del patto sociale". Ida Teresi ha detto, a nome dell’Anm, di essere consapevole del fondamento costituzionale della presunzione di innocenza, “ma non possiamo che segnalare il rischio che dalle ulteriori riforme annunciate in materia di pubblicazione di atti non più segreti quali le ordinanze cautelari potrà scaturire rispetto al diritto dei cittadini di essere informati, per poter consapevolmente partecipare alla vita democratica del Paese. Il Capo dello Stato ci ha spesso ricordato come tra i diritti fondamentali della persona ci sia l’accesso alla informazione e alla conoscenza, e che 'la libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese'. Il bilanciamento è già oggi assicurato da una normativa che impone serie restrizioni nella stessa redazione delle misure cautelari, a protezione dell’indagato e dei terzi". Inoltre, ha proseguito Teresi, "difendiamo l’attuale assetto del pubblico ministero e l’attuale regime di reclutamento e formazione di giudici e pubblici ministeri, poiché la valorizzazione della comune cultura della giurisdizione è la prima garanzia dell’indagato e dell’imputato: il che ci pare essere corrispondente a ciò che l’avvocatura dovrebbe avere a cuore. Un pubblico ministero che non sia il primo giudice che il cittadino incontra, ma un organo di polizia giudiziaria; che sia meno indipendente e più politicizzato, e anche più potente, rappresenta un pericolo e non una garanzia".
Quanto alla volontà da parte dell’esecutivo di depotenziare le intercettazioni, la Teresi ha ribadito come si tratti dell’“unico strumento investigativo davvero utile per accertare fatti a strutturale componente omertosa quali la corruzione e la mafia. I costi sono grandemente sotto controllo e di gran lunga inferiori rispetto al costo di quei delitti; le regole ci sono, e sono restrittive". "Perché limitare la capacità dell’autorità giudiziaria di accertamento dei reati? - si è chiesta - Il bilanciamento spetta al legislatore, ma scelte produttive di un pericoloso indebolimento della funzione giudiziaria devono accettare di confrontarsi con le critiche tecnicamente motivate che la magistratura italiana rispettosamente vuole e deve fornire. Così per il gip collegiale per le misure cautelari, incompatibile con la assoluta carenza di organici, o l’interrogatorio preventivo in vista dell’adozione di misure cautelari, che inficia la pratica effettività della cautela e lede il principio di uguaglianza perché imposto soltanto per alcuni delitti, quelli dei cosiddetti colletti bianchi".

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Pg Gerardo Dominijanni: ''Lo Stato è distante dal reggino''

Palermo, anno giudiziario: riforme inutili e politica cerca lo scontro con la magistratura

Giudici di Caltanissetta: ''Indagini sulle stragi sono priorità della Dda, focus su pista nera''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos