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La Squadra Mobile della Questura di Bari ha arrestato, in esecuzione di un provvedimento emesso dall'Ufficio di Sorveglianza di Bari, un pregiudicato barese di 62 anni, con precedenti giudiziari per associazione a delinquere di stampo mafioso, rapina aggravata, sequestro di persona e porto abusivo di armi da fuoco, la cui figura era emersa nell'ambito della operazione di polizia giudiziaria ''Codice Interno'', eseguita dalla Polizia di Stato, che ha portato all'arresto, il 26 febbraio scorso, di 137 persone, ritenute vicine alla consorteria di tipo mafioso 'Parisi/Palermiti'. E' considerato un personaggio di notevole caratura criminale, in particolare del clan Parisi. L'esecuzione del provvedimento giudiziario rappresenta la conseguenza di una dettagliata informativa di reato, depositata dalla Squadra Mobile, alla Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia, con la quale erano stati cristallizzati e documentati i comportamenti, "profondamente anti-giuridici ed improntati alla illegalità", spiega la Questura, posti in essere dal pregiudicato, mentre si trovava ai domiciliari. L'attività investigativa ha dimostrato, secondo gli inquirenti, come il 62enne colpito dal provvedimento giudiziario sia un soggetto dalla notevole caratura criminale, ritenuto vicino al clan Parisi, "costantemente impegnato nel tessere relazioni criminali, nonostante stesse scontando una pena in regime di detenzione domiciliare". Nell'inchiesta emersero anche intrecci tra la mafia, la politica e l'imprenditoria. 
Tra i soggetti che, nel corso dei mesi precedenti, avrebbero frequentato la casa del pregiudicato 62enne, spicca la figura di un avvocato barese, già consigliere della Regione Puglia, arrestato nell'ambito dell'operazione ''Codice Interno''. Si tratta di Giacomo Olivieri, marito della consigliera comunale Maria Carmen Lorusso arrestata anche lei e poi dimessasi dall'incarico. Nel dettaglio, è stato documentato come, in una circostanza, l'ex politico barese si sia recato nell'abitazione del pregiudicato, dove quest'ultimo era ristretto in regime di detenzione domiciliare, per proporre investimenti finanziari, ritenuti palesemente illeciti e fraudolenti.

Foto © Imagoeconomica

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