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Ieri’ l’accusa ha chiesto 88 condanne, tra conferme e modifica di pena, due prescrizioni e cinque concordati nel processo d'appello della maxioperazione Nebrodi condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina. Al centro del processo il sistema delle truffe in agricoltura e gli interessi dei clan mafiosi tortoriciani. Nell'aula bunker del carcere di Gazzi è toccato al sostituto pg Giuseppe Lombardo, che insieme ai sostituti procuratori della Dda Antonio Carchietti e Fabrizio Monaco rappresenta l'accusa, concludere la requisitoria con le richieste di pena alla Corte d'appello di Messina composta dal presidente Francesco Tripodi e dai giudici Antonino Giacobello e Daria Orlando. Complessivamente sono state chieste 26 conferme di condanna, 62 riforme della sentenza, 2 prescrizioni e 5 concordati. Le condanne richieste vanno da un massimo di 30 anni fino a 2 anni di reclusione. L'accusa aveva iniziato il suo intervento la scorsa udienza con i sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia Antonio Carchietti e Fabrizio Monaco, applicati in appello per questo processo. La parola adesso passa alla difesa, la sentenza potrebbe arrivare a settembre. Al centro del processo d'appello Nebrodi la mafia dei pascoli e il sistema delle truffe in agricoltura con i fondi europei. Il primo grado si è concluso ad ottobre 2022 quasi tre anni dopo l'operazione condotta dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza. Il tribunale di Patti aveva disposto 90 condanne per un totale di oltre 640 anni di carcere, 10 assoluzioni totali e una prescrizione.

Foto tratta da: amnotizie.it

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