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L'intervento del presiedete del tribunale di Palermo

La nuova riforma della prescrizione manderà al macero gli sforzi investigativi di molti magistrati in tema di disastri ambientali, frodi fiscali, falso in bilancio, reati con dolo nell'esercizio della professione medica e altre violazioni di legge di carattere particolarmente gravoso.
La legge era stata approvata alla Camera il 16 gennaio scorso con 173 sì e 79 no. Il provvedimento, che ha come primo firmatario il deputato di FI, Pietro Pittalis, era stato in realtà riscritto in Commissione Giustizia dai relatori Enrico Costa e Andrea Pellicini (di Fdi) che avevano presentato di fatto un emendamento sostitutivo del testo che, specifichiamo, va in diretto contrasto con le riforme precedenti - 2017, 2019, 2021 - e solleva pesanti incertezze interpretative riguardo ai tempi di sospensione della prescrizione e alla sua applicazione. La mancanza di una norma transitoria, inoltre, può complicare l'applicazione della legge e ha suscitato notevoli preoccupazioni tra i giudici.
Ventisei presidenti di Corte d'Appello hanno già scritto una lettera nel gennaio scorso avevano fatto presente l'importanza di una chiara transizione normativa per evitare ritardi e incertezze nei procedimenti giudiziari.
Ma quali sono le criticità del testo?
Le ha sottolineate Piergiorgio Morosini durante l'audizione alla in commissione giustizia al senato in merito al testo del disegno di legge n. 985 (Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione). Stiamo parlando di un disegno di legge che "prevede la cessazione del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado e reintroduce la prescrizione quindi nei giudizi di impugnazione" (Appello e Cassazione ndr) ha detto Morosini, specificando che il nuovo testo si sgancia dalla logica delle precedenti riforme che prevedevano la non dispersione delle "laboriose istruttorie alla base di questi processi" e "contrastare una perdita di credibilità del sistema per queste pronunce di prescrizione che intervenivano nei giudizi di impugnazione".
Secondo il magistrato l'istituto della prescrizione è stato usato con lo scopo di ridurre la durata dei processi ma in molti casi ha finito invece per allungarla: "Proprio quella logica aveva determinato in molti casi degli effetti perversi come il disincentivare i riti alternativi".
Morosini ha sottolineato inoltre la mancanza "in questo testo di una norma transitoria". Di conseguenza i giudici dovranno individuare, in base ai principi delineati della Corte Costituzionale e dalle Corte di Cassazione, la soluzione "più favorevole all'imputato", "cioè applicare integralmente o l'una o l'altra disciplina in blocco che risulti più favorevole".

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