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"Molte delle riforme che si stanno facendo oggi sono le disposizioni di attuazioni della riforma Cartabia del 'Governo dei migliori', della quale non avevamo assolutamente bisogno". A parlare è il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, a margine di un incontro sulle mafie organizzato a Torino dall'Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte, rispondendo a una domanda rischi, con le nuove normative, per la lotta alla criminalità organizzata. "Il pericolo è che ci sia un rallentamento. Si pensi ad esempio al sequestro di telefonini e tablet - ha spiegato - dover aspettare il decreto del giudice rispetto alla possibilità di fare un sequestro e si pensi alla possibilità che un hacker da remoto riesca a svuotare questo apparecchio. Che si fa poi nell'attesa che il giudice emetta un decreto?". Sull'emendamento presentato al Ddl sulla diffamazione, in cui il giornalista rischia fino a 4 anni e mezzo di carcere, il procuratore ricorda che "tutto parte dalla Cartabia. Quando è stata fatta la Cartabia sono stati tutti zitti, direttori e i proprietari di tv e giornali nessuno ha protestato e oggi i giornalisti, soprattutto quelli che fanno la cronaca nera, si sono resi conto che non possono più lavorare”, continua il procuratore. Infine, Gratteri non nasconde la sua preoccupazione: “Non vedo un freno, una persona autorevole che si alza la mattina e dice 'fermiamoci un attimo, facciamo un fermo pesca, fatemi leggere, vediamo quello che sta succedendo' perché se tanti addetti ai lavori dicono la stessa cosa forse un problema c'è, quindi non è solo un fatto ideologico ma è un fatto concreto".

Foto © Imagoeconomica

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