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Il Grande Oriente d'Italia si appresta ad avere un nuovo Gran maestro. Oggi, infatti, è il giorno delle elezioni per la maggior parte dei massoni del Paese. In corsa per la nomina di nuovo Gran maestro del GOI ci sono il cosentino Antonio Seminario, attualmente Gran maestro aggiunto e dunque “vice” del numero uno uscente Stefano Bisi; il ravennate Leo Taroni, leader di una lista che ha tra i suoi obiettivi la lotta ai tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata nelle logge; e infine il barese Pasquale La Pesa. Ben 17mila iscritti al grado di maestro tra gli oltre 22mila fratelli muratori sono chiamati a scegliere la loro guida che rimarrà in carica fino al 2029. Le regole fissano al 40% la soglia minima per essere eletti al primo turno, in caso contrario servirà il ballottaggio tra i due candidati più votati, già fissato per il 24 marzo.
Questa candidatura è molto sentita dopo l'acceso dibattito sul futuro del GOI emerso recentemente nel canale Telegram "Il Cavaliere nero" - dedicato al dibattito fra massoni - in cui si è a lungo discusso sulla "questione morale" all'interno della massoneria. Ad animarlo vi erano già i casi che riguardavano le condanne per fatti di mafia di due "Venerabili" e l'arresto di Alfonso Tumbarello, medico che ha curato il boss Matteo Messina Denaro durante la latitanza (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso che è stato solo "sospeso" e non cacciato definitivamente, come avrebbero voluto in molti). Adesso però, in vista delle prossime elezioni (previste in primavera) all’interno dell'Obbedienza sembra sia in corso una battaglia senza esclusione di colpi.
Nel decennio a guida del senese Stefano Bisi, il Grande Oriente è finito tra le polemiche per la questione delle infiltrazioni mafiose: l’apice della tensione risale al 2017 quando la commissione Antimafia guidata da Rosi Bindi aveva ordinato il sequestro degli elenchi degli iscritti, dopo uno scontro velenosissimo con il Gran maestro. Ma Bisi non ha mai replicato a questi attacchi, liquidando la questione dicendo: “Quello è un profilo anonimo, chi scrive queste cose dice una bischerata”. Sulle contestazioni relative ai massoni sotto inchiesta, invece, come ha ricordato Il Fatto Quotidiano, "il Gran maestro ha sempre sottolineato di aver provveduto alla sospensione, subito dopo aver appreso delle indagini in corso".
Stando a quanto scrive Giuseppe Pipitone, il vero duello per la successione al GOI è fra Seminario e Taroni. I due, infatti, polarizzano lo scontro. Seminario si candida in continuità con la gestione Bisi. La sua squadra, infatti, annovera vari esponenti dell’attuale Gran maestranza, cioè l’organo che governa il Vascello, la villa dove ha sede il GOI nella Capitale. A caldeggiare per Seminario c'è anche Ugo Bellantoni, massone di punta in Calabria, già indagato per concorso esterno alla ‘Ndrangheta nella maxiinchiesta Rinascita-Scott della procura di Catanzaro al tempo guidata da Nicola Gratteri. La sua posizione è stata poi archiviata. Dall'altra parte, invece, Taroni è considerato un "candidato antimafia", in quanto tra i punti principali del suo programma affronta proprio i rapporti tra massoneria e organizzazioni mafiose. Il suo obiettivo, infatti, è quello di colpire le infiltrazioni dei clan nelle logge.

Foto © Imagoeconomica

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