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In Italia, il silenzio che avvolge il tema della mafia è spesso inquietante e poco informativo. Tuttavia, attraverso le pagine di questo libro, intitolato "2023: Un Anno di Mafia," l'autore Stefano Baudino si propone di offrire al lettore una visione chiara e approfondita dello stato attuale delle organizzazioni mafiose, attingendo dai principali articoli pubblicati su "L'Indipendente" nel corso del 2023.
Il libro è suddiviso in quattro macro-capitoli, ciascuno dedicato a un aspetto cruciale del fenomeno mafioso che ha caratterizzato l'anno. Da Matteo Messina Denaro, il superlatitante finalmente catturato, agli scontri in Commissione Antimafia, dalle indagini sui mandanti esterni delle stragi alle sentenze decisive sulla "zona grigia," ogni pagina getta luce su un intricato intreccio di criminalità che si estende su più fronti. Le mafie, con astuzia, continuano a estendere i loro tentacoli su ogni settore della società, intessendo alleanze strategiche nell'ombra.
Il libro sarà presto disponibile su Amazon e altri store digitali e una parte del ricavo delle vendite sarà devoluto alla "Casa di Paolo," un ente di promozione sociale che opera nel quartiere della Kalsa (Palermo), luogo natale e crescita di Paolo Borsellino.
L'autore sottolinea l'importanza di diffondere la consapevolezza su questa tematica, soprattutto in un periodo così significativo come il mese di dicembre, con la prossimità delle festività natalizie.
"2023: L'Anno della Mafia" non è solo una cronaca giornalistica, ma un appello all'azione, un invito a comprendere la complessità di questo fenomeno e a sostenere le iniziative che cercano di contrastarlo.
Un capitolo fondamentale è stato dedicato anche al processo Trattativa Stato-Mafia, concluso in Cassazione il 28 aprile 2023 con l'assoluzione definitiva dell'ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, e degli ex vertici del Ros Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, dal reato di "violenza o minaccia a corpo politico dello Stato".
Al di là della sentenza la Corte di Cassazione ha confermato che, negli anni 1992-1994, i vertici di Cosa nostra cercarono di condizionare i governi italiani, minacciando attacchi stragisti se non fossero intervenute modifiche penitenziarie favorevoli all'associazione criminosa.
Tuttavia, il verdetto è stato distorto da diverse testate e personaggi politici, sostenendo erroneamente che la trattativa Stato-mafia non sia mai esistita.
Immediata era stata la reazione dell’Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili dopo l’uscita del verdetto: “Il fatto storico, inoppugnabile, che resta, è che la trattativa Stato-mafia, interrotta con la cattura di Riina, portò alle stragi del 1993, e al sangue innocente di Caterina e Nadia Nencioni, dei loro genitori, e di Dario Capolicchio”.

Realizzazione grafica by Paolo Bassani

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