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Giovanni Bombardieri: "Le intercettazioni sono strumento fondamentale"

A fine anno e inizi 2024 alle procure verranno tagliati i fondi per le intercettazioni.
È questo il provvedimento previsto nel disegno di legge di riforma della Giustizia che dovrebbe essere approvato dal governo. Un provvedimento già annunciato dal ministro della giustizia Carlo Nordio all'inizio di quest'anno: "Le intercettazioni resteranno per reati gravissimi o quando siano ritenute necessarie, ma ogni ufficio giudiziario deve avere un budget da non sforare" così “come per acquistare una fotocopiatrice". La norma, quindi, introdurrà un “costo standard” per tutte le procure d’Italia limitando così l'operato delle procure, soprattutto per le indagini di mafia.
Il motivo di questa trovata del governo sarebbe l'eccessivo costo delle intercettazioni e i presunti abusi che derivano dal loro utilizzo.
Ipotesi categoricamente smentita dall'indagine conoscitiva portata avanti dalla commissione giustizia del senato di cui fa parte anche l'ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato: secondo i dati della relazione si sarebbe passati dai 300 milioni del 2009 ai 203 del 2021.
Dal 2020, cioè con la nuova legge, non abbiamo registrato alcuna violazione della privacy” aveva dichiarato Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità garante per la privacy.
Inoltre i magistrati sentiti dai commissari avevano definito le intercettazioni "indispensabili", "fondamentali" e "irrinunciabili".
L’allora presidente del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo - oggi sostituto procuratore generale presso la cassazione - aveva dichiarato che l'anno scorso a Palermo, "nel cento per cento dei processi per criminalità organizzata si è fatto uso di intercettazioni".
Senza contare la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro: una vicenda che "rappresenta una prova inequivocabile dell'assoluta necessità di non compiere nessun passo indietro nella utilizzazione delle intercettazioni come mezzo di ricerca della prova".
"Rinunciare alle forme più moderne di intercettazione significherebbe portare la nostra giustizia e tutta la nostra attività di contrasto alla criminalità ad un'altra epoca storica, quella del secolo scorso" aveva detto Balsamo; le intercettazioni sono “d’importanza fondamentale, non solo nel contrasto alla criminalità organizzata ma anche nell'accertamento di più gravi forme di crimine".
Ad intervenire anche il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo: "Io ho il dovere di dire che ridurre la possibilità dell'uso del trojan nei reati contro la pubblica amministrazione (pallino di Forza Italia ndr) minerebbe anche le indagini sulla criminalità organizzata. Molte di esse, soprattutto quelle riferite alle componenti più sofisticate del ciclo mafioso, che si occupano di riciclaggio, nascono dalle indagini sulla pubblica amministrazione".
"Sarebbe oggi una limitazione molto grave limitare solamente al contrasto ai cosiddetti reati di mafia o di terrorismo lo strumento intercettivo", aveva detto invece in commissione il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri.
Sentito dal Fatto Bombardieri ha ribadito che "non è possibile prevedere un budget. Se per il mio ufficio prevedono una cifra altissima, magari non si arriva neanche a spenderla. Ma che significato avrebbe? E se invece in quell’anno si avviano indagini lunghe e con un massiccio ricorso ad intercettazioni che mi porta a sforare il budget? Certo se, raggiunto il budget prefissato, questo mi impedisce di seguire ulteriori filoni di indagine, mi impedisce di approfondire ulteriori aspetti dell’indagine in corso è evidente che una limitazione ci sarebbe. Ma poi mi viene da dire: il costo della criminalità organizzata è elevatissimo, possiamo risparmiare nel contrasto alla stessa? Magari dovremmo investire di più nelle nuove tecnologie e non risparmiare su quelle esistenti".
"Non è pensabile - ha detto - per una Procura Distrettuale antimafia prevedere a priori un tetto economico alle intercettazioni, perché dipende dalle indagini e dal loro sviluppo. Il problema del costo è reale, ma non può essere questo lo strumento. Negli ultimi anni la Procura di Reggio Calabria ha registrato un calo nelle spese; ma immaginare che a inizio anno si possa dire quanto si andrà a spendere significa poter prevedere quali e quante indagini si svolgeranno e quali sviluppi potranno avere". E poi ancora: "Ogni indagine, in particolare in materia di criminalità organizzata, ha un suo sviluppo che non è prevedibile. Ormai siamo abituati ad investigazioni in materia di criminalità organizzata che presentano scenari sempre più ampi ed internazionali e le intercettazioni si sono rivelate uno strumento fondamentale nel contrasto alle organizzazioni criminali e, comunque, nell’accertamento di alcuni gravi reati, anche di criminalità comune. E poi dovremmo capire: il budget come si calcola? Per il numero di pubblici ministeri che sono presenti in una Procura? o sulla media del costo degli anni precedenti?".

Foto © Imagoeconomica

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