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Avrebbe il comando del presunto clan mafioso nonostante fosse agli arresti domiciliari - fornendo ordini di compiere atti intimidatori e controllando il traffico di sostanze stupefacente - Fernando Nocera di 68 anni, tra le persone arrestate questa mattina dai carabinieri in provincia di Lecce, nell'ambito di un'inchiesta della Dda. In totale sono 37 gli arrestati (28 in carcere e 9 ai domiciliari) accusati a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra nonché ordigni ad alto potenziale esplosivo, estorsione, numerosi danneggiamenti a seguito di incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso. Nocera, per le sue condizioni di salute è stato trasferito con il 118 nel carcere di Bari, provvisto di strutture sanitarie adeguate alle sue patologie. L'indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina e coordinata dalla procura antimafia, è durata quasi tre anni. Gli arresti sono avvenuti tra Lecce, Carmiano, Monteroni, Porto Cesareo, Novoli, Leverano e Veglie. Secondo l'accusa i componenti del presunto clan si sarebbero resi responsabili di 26 episodi incendiari e dinamitardi nei confronti di esercizi commerciali, autovetture, cantieri, aziende agricole ed immobili. Ad un'azienda che opera nel settore pubblicitario sarebbero stati incendiati 5 mezzi, mentre ad una ditta edile sono stati bruciati diversi escavatori con danni per centinaia di migliaia di euro. Inoltre, gli indagati sono ritenuti responsabili anche dell'esplosione di colpi d'arma da fuoco in danno di abitazioni e l'esplosione di ordigni ad alto potenziale. Inoltre, avrebbero modificato oggetti, come penne, in armi altamente pericolose, come il caso di una comune biro scoperta dai carabinieri. "Azioni - ritengono gli inquirenti - attraverso le quali gli indagati si sarebbero imposti sul territorio determinando una condizione di assoggettamento e omertà dei cittadini tanto che, in alcuni casi, non sono state nemmeno presentate denunce".

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