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È polemica sull'assessore regionale alla Famiglia Nuccia Albano dopo che la trasmissione Report ha pubblicato un'intervista in cui rende noto che la componente del governo siciliano è figlia di Domenico Albano, condannato per mafia e ritenuto boss di Borgetto. Finì in carcere per proteggere il bandito Salvatore Giuliano e fu implicato nella strage di Portella della Ginestra. 
Alla domanda della giornalista della Rai, l’esponente della Democrazia cristiana ha replicato così: "Ero soltanto una bambina, di questi fatti ne sono venuta a conoscenza da grande. Non rinnego la storia di mio padre, non ha avuto nessuna refluenza: né su di me né sulla mia famiglia”. E ancora: “Volete buttare ombre sulla mia vita? Tutto questo ha un rilievo pubblico? Sarei mafiosa?".
Ismaele La Vardera, vicepresidente della commissione regionale Antimafia, è intervenuto sul punto chiedendo l'intervento del Presidente della Regione Renato Schifani: “Albano è stata indicata da Totò Cuffaro, a sua volta condannato per mafia. Non credo che le colpe dei padri debbano cadere sui figli e sono consapevole che Nuccia Albano ha una storia e una carriera importante. Lei, infatti, è stata la prima donna medico legale e, addirittura, è stata tra coloro i quali hanno svolto l’autopsia sui corpi di Giovanni Falcone e di Libero Grassi. Mi chiedo però, se è normale che questa vicenda sia stata sempre nascosta. Schifani deve dire a tutti i cittadini siciliani cosa pensa di questa storia dai contorni assai opachi”.
Nel pomeriggio di ieri è arrivata la replica della Albano: "Stamattina, mentre stavo partecipando, in qualità di assessore alla Famiglia, alla Commissione antimafia convocata presso la scuola Sperone-Pertini a Palermo, sono stata 'violentata' da una giornalista di Report che mi ha sottoposto ad una raffica di domande su mio padre premetto che è morto 60 anni fa, quando io ne avevo 10. Ho saputo, solo quando sono diventata grande, che aveva avuto problemi con la giustizia e che era stato in carcere. Ho di lui il ricordo di una bambina innamorata del proprio papà e da lui adorata. Sono stata a studiare in collegio dalle suore dall'età di 9 anni e lì ho saputo della morte di mio padre, avvenuta in ospedale, poi, da grande, sono venuta a conoscenza che era stato in detenzione. Sono cresciuta senza la figura paterna e con una madre che mi ha inculcato il desiderio della giustizia e l'amore per la legalità. Tutta la mia vita è testimoniata da questa educazione alla legalità e rispetto della giustizia". E ancora: "L'essere madre e nonna e la mia vita professionale parlano del mio ostinato senso del dovere e della legalità. Mi addolora moltissimo e mi fa sanguinare il cuore che si sia voluto ricordare questa storia. Ma ciò non può cancellare l'amore di figlia per il padre".
Ciononostante anche il presidente della commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici ha chiesto un intervento di Schifani: "Il governo regionale ha un problema in più. Mi dispiace per l'assessora Albano che ho conosciuto come una brava persona, ma si pone un problema serio per la Sicilia e la sua credibilità. Non giudico i sentimenti di una figlia verso il proprio padre, ma ricoprire ruoli pubblici impone un supplemento di rigore. Il presidente Schifani risolva con immediatezza il problema".
Dimissioni, invece sono state chieste dai Cinquestelle.

Foto © Imagoeconomica

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