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E' morta in una clinica di Ottaviano (Napoli), all'età di 86 anni, Rosetta Cutolo, sorella del boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo, morto nel 2021 senza mai pentirsi, al 41 bis. La donna era stata ricoverata alcuni giorni fa e ieri, venerdì, le sue condizioni sono peggiorate. Rosetta Cutolo non aveva mai voluto lasciare Ottaviano, lì dove era nata. E' stata assistita fino alla fine dalla cognata, Immacolata Iacolare, e dalla nipote Denyse, concepita durante la detenzione del boss. I funerali dell'anziana, che all'anagrafe è Domenica Rosa, si svolgeranno domani, nella chiesa di San Michele a Ottaviano, a breve distanza dalla sua abitazione, e la salma poi sarà cremata. Nel febbraio del 2021, quando morì il fratello, il questore di Napoli non ne permise i funerali, ma solo la benedizione della salma nel cimitero. La donna per gli inquirenti era stata anche ai vertici della Nco, con ruolo di reggente e anche di braccio destro del fratello, e nel 1999 ha scontato 6 anni di carcere. Nella sua lunga vita, oltre alla modesta abitazione della famiglia, ha dimorato anche in un castello, quello mediceo, ma sempre ad Ottaviano, acquistato dal boss per farne la residenza di famiglia e ora acquisito al patrimonio del Comune. Quello stesso castello da cui fuggì nel 1981 per sottrarsi a una misura cautelare in carcere e nel quale, assistita dal 'maggiordomo' Francesco Violento, teneva la contabilità del clan in una nicchia scavata in una parete e coperta da un quadro, trovata poi dagli inquirenti che perquisirono le 50 stanze in cui Cutolo governava il suo feudo. Tutto quello che fu sequestrato il 12 settembre di 42 anni fa ebbe un rilevante interesse per gli investigatori, perché nelle stanze di Rosetta c'erano persino mappe che documentavano la spartizione del territorio del Napoletano tra i diversi clan. Rosetta fuggì nel bel mezzo di un vertice proprio tra le varie cosche, al quale si disse che partecipasse anche un esponente della DC. Fuggì anche grazie a don Giuseppe Romano, il prete suo confessore e confessore anche di una buona parte degli affiliati. E pure nel 1990 sfuggì alle ricerche delle forze dell'ordine, questa volta lasciando un convento che l'aveva ospitata e protetta. Solo tre anni dopo e dopo lunghe trattative, nelle quali si impegnarono anche i servizi segreti, acconsentì a scontare una condanna a nove anni inflittale dal tribunale di Napoli in via definitiva, passandone però in carcere soltanto sei.

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