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Aprite un processo sulla morte di mio figlio”. A parlare è Graziella Accetta, mamma del piccolo Claudio Domino, freddato a soli 11 anni da un sicario in moto il 7 ottobre 1986 nel quartiere San Lorenzo di Palermo. Questa mattina si è celebrata la commemorazione nella via dedicata al giovane Claudio. Per 37 anni, i genitori Ninni Domino e Graziella Accetta, non hanno mai smesso di pretendere un processo sul caso rimasto ancora oggi impunito. In particolare il loro appello è rivolto alla procura della repubblica di Palermo e alla commissione parlamentare antimafia affinché le stesse aprano un fascicolo sul caso Domino.
Ai giovani diciamo che la memoria tramanda affinché le generazioni metabolizzino i periodi storici e cambino, avendo la possibilità di scegliere. E la morte di mio figlio ha rappresentato una scelta per molti giovani di allora”, ha detto Ninni Domino. Nonostante gli ostacoli e le difficoltà riscontrate lungo questi 37 anni, “noi continueremo ad avere profondo rispetto nelle istituzioni e non smetteremo di credere che un giorno avremo verità e giustizia. Anche quando alcune verità vengono nascoste in ragion di Stato”, ha aggiunto Domino. Tra le cariche civili e militari presenti nel luogo del delitto anche l'assessore Dario Falzone e il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici. “Io 37 anni fa nelle ore successive al delitto ero qui, nel luogo in cui si è consumato - ha detto Cracolici -. Era un periodo storico rappresentato dal Maxiprocesso. E quello del piccolo Domino fu uno di quei delitti che diedero l’impulso alla città di cambiare, perché dimostrò che la mafia non guarda in faccia nessuno”. “Quel giorno tutta la città si rese conto della posta in gioco. Ci rendemmo conto che l’idea della mafia con delle regole e un codice d’onore era una colossale falsificazione - ha detto Antonio Balsamo, sostituto procuratore generale della Cassazione -. Dalla terribile storia del piccolo Domino e ancora bisognosa di verità c’è una lezione che possiamo dare per acquisita: non esiste una mafia buona. Bisogna dire no alla mafia, sempre e a ogni condizione”. “Non bisogna mai pensare che la ricerca della verità sia impossibile - ha aggiunto -. Di questo ne sono convinto perché l’ho visto. Anche nei momenti più difficili, anche quando sembra essersi costruita una falsa verità è sempre possibile andare oltre. I processi che abbiamo fatto sulle stragi di Capaci e via d’Amelio ne sono la dimostrazione tangibile. Spero che un giorno non troppo lontano anche i genitori di Claudio Domino abbiano verità e giustizia”.

In foto da sinistra: Antonio Balsamo, Graziella Accetta, Antonello Cracolici, Dario Falzone e Ninni Domino © ACFB

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