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Si è concluso il tour di presentazione in Brasile del libro inchiesta 'Io sono Rita', che ricostruisce la storia di Rita Atria, diciassettenne coraggiosa che si affidò al giudice Paolo Borsellino nella lotta contro la mafia. Un viaggio in più tappe, dal 22 al 31 agosto, con l’obiettivo di consegnare un messaggio ai giovani delle Università del Paranà e di Santa Catarina e a tutti gli studenti che coltivano la passione per la lingua italiana. È stato questo lo spirito che ha animato gli incontri in ogni città grazie al progetto 'Mia Cara' e all’impegno del Consolato generale d’Italia a Curitiba che ha permesso alla giornalista della Redazione Rai Tg1 e coautrice del libro, Giovanna Cucè, di parlare all’estero del coraggio di Rita Atria. Prima tappa: Foz do Iguaçu, tra gli studenti del corso di Giornalismo e Scienze Politiche dell’Università Dinâmica das Cataratas. Sessanta i partecipanti, raggiunti grazie alla professoressa Paoletta Santoro. "In realtà, ci si è resi conto che la differenza di idioma, molte volte, ha rappresentato un 'muro' soltanto nella nostra immaginazione. Perché il messaggio da diffondere era talmente importante che è arrivato intatto. La lezione di chi, a diciassette anni, ha messo la sua vita in discussione per denunciare la Mafia, ha raggiunto i cuori dei più giovani. La dimostrazione in due elementi: la partecipazione, numerosa, e le domande, mai banali, poste alla fine di ogni incontro", si legge sul sito del consolato generale italiano a Curitiba. L’Unioeste di Cascavel è stata la seconda tappa. Il terzo incontro si è tenuto all’Università Federale del Paranà, a Curitiba. Per poi arrivare a Santa Catarina: alla UniSatc di Criciúma, quarta tappa. Qui la platea era composta, in gran parte, da studenti di giornalismo con cui è stata approfondita l’inchiesta giornalistica che ha dato vita al libro, grazie alla traduzione del presidente del Comites, Edoardo Bonetti. È stato così spiegato in che modo, Giovanna Cucè assieme alle altre due autrici, Nadia Furnari e Graziella Proto, sia arrivata a scoprire fatti completamente sconosciuti sull’intera vicenda, a distanza di così tanto tempo dalla morte di Rita Atria. La quinta tappa si è svolta a Florianópolis, al Circolo italo-brasiliano, ospite di Alessandra Carioni. L’ultima tappa si è svolta a Joinville, alla Dante Alighieri, dove, grazie all’aiuto di Rosemeri Laurindo e Fernando Santana, sono stati ricostruiti, anche geograficamente, gli anni terribili che hanno insanguinato la Sicilia e il resto del Paese, sottolineando due punti: la nascita del movimento di lotta contro la mafia e l’affrancamento dagli stereotipi che hanno soffocato la Sicilia per decenni. La presentazione è stata seguita, attraverso una piattaforma da remoto, anche da partecipanti sparsi in tutto il Brasile. Cucè sottolinea infine la possibilità di realizzare interviste con la stampa locale: "Un’opportunità unica di fare arrivare alla gente il concetto di lotta contro la Mafia. Il giornalismo 'locale' è, per definizione, più prossimo alle istanze della gente, ad ogni latitudine". "Così - aggiunge - a ogni tappa, grazie all’instancabile lavoro di Ricardo Trento – da Radio Itaipù a Foz, e radio Marconi, a Criciúma, passando per Caffè Italia a Joinville e alla Casa della Memoria di Medianeira – ho ricevuto gli stessi segnali: partecipazione e interesse, mai scontati, a dimostrazione del fatto che il coraggio di una diciassettenne e la lotta contro la Mafia sono materia viva, memoria attiva, in ogni angolo del mondo".

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