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Si è conclusa con una riserva da parte dei giudici l'udienza al Tribunale del riesame di Firenze per accogliere o respingere la richiesta di arresto avanzata dalla procura fiorentina nei confronti di Salvatore Baiardo, l'ex gelataio di Omegna di origini siciliane che all’inizio degli anni Novanta gestì la latitanza dei fratelli stragisti Giuseppe e Filippo Graviano. Baiardo, presente oggi in aula, è indagato dalla Dda fiorentina per calunnia ai danni del sindaco di Cerasa Giancarlo Ricca e del giornalista Massimo Giletti, conduttore di "Non è l'arena" su La7, per averlo accusato di aver reso false dichiarazioni ai pubblico ministero riguardo all'esistenza di una foto che ritrarrebbe Silvio Berlusconi con il boss stragista Giuseppe Graviano. A Baiardo, inoltre, la procura fiorentina contesta anche il favoreggiamento nei confronti di Silvio Berlusconi e di Marcello Dell'Utri, braccio destro dell’ex leader di Forza Italia nonché cofondatore del partito. A fine udienza è anche emerso che la Dda di Firenze ha indagato Salvatore Baiardo per il reato di false dichiarazioni al pm: ai magistrati fiorentini avrebbe detto che il 19 luglio 1992, giorno della strage di via d'Amelio a Palermo, Giuseppe Graviano era con lui e che era stato fermato da un appartenente alle forze di polizia. Le indagini degli inquirenti avrebbero però smentito questa ricostruzione. La procura del capoluogo toscano gli avrebbe inoltre contestato anche la diffusione di notizie coperte da segreto per aver riferito dell'interrogatorio avuto il 27 marzo scorso con i pm fiorentini. Infine, questa mattina la procura ha depositato al riesame altra documentazione a sostengo della richiesta di arresto. Da quanto emerso avrebbe chiesto la misura di custodia cautelare anche per i due nuovi reati contestati, richiesta poi non più avanzata dopo l'opposizione della difesa.

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