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di Antonio Nicola Pezzuto - 24 luglio 2015
Negli anni Novanta era riuscito ad ottenere, attraverso una costante attività estorsiva, il monopolio del trasporto su strada della merce prodotta da alcune aziende agricole tarantine. Per un certo periodo era stato anche attivo nel contrabbando di tabacchi lavorati esteri e nel traffico di sostanze stupefacenti.
Pasquale Putignano, sessantaseienne di Palagiano, già condannato nel 1989 e nel 2003 per aver fatto parte di un’associazione di stampo mafioso facente capo al fratello Putignano Carmelo, finalizzata, tra l’altro, all’estorsione, si vede adesso sequestrati numerosi beni mobili e immobili per un valore complessivo di 600.000 euro.
Tre appartamenti siti in Palagiano, due fondi rustici in agro di Castellaneta estesi complessivamente su 2 ettari e 15 are e sette conti correnti bancari e postali. Questo, nel dettaglio, il patrimonio sequestrato dagli uomini della Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce.
La misura di prevenzione di carattere patrimoniale è stata emessa dal Presidente del Tribunale di Taranto – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Generale di Divisione, Nunzio Antonio Ferla.
Le indagini e gli accertamenti economico-patrimoniali svolti dalla Direzione Investigativa Antimafia di Lecce nei confronti di Putignano Pasquale e del suo nucleo familiare hanno dimostrato, nell’arco temporale 2003-2014, una sproporzione di 600.000 euro circa tra i redditi dichiarati dalla famiglia Putignano, l’attività economica svolta ed il patrimonio a lui riconducibile, intestato al figlio Putignano Simone. Patrimonio che adesso diventa dello Stato.