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Instagram ha deciso di oscurare i contenuti che trattano di politica e temi sociali.

Di fatto non impedisce ai giornali, come ANTIMAFIADuemila, o ad altri giornali di pubblicare le notizie, ma ne blocca la distribuzione al pubblico.

La nuova impostazione predefinita è stata introdotta senza chiedere il consenso degli utenti e senza avvisarli tramite notifica. Pertanto, anche se gli utenti mantengono formalmente la facoltà di disattivare la restrizione è improbabile che lo facciano in molti.

La società, per sua stessa ammissione, sta operando un controllo selettivo sull'informazione politica che passa attraverso le sue principali piattaforme, Facebook e Instagram. Un controllo che analizza e filtra la visibilità dei contenuti che Meta stessa ritiene essere 'politici'. Una vicenda che risulta di una gravità smisurata che ha allarmato anche la Commissione Europea che pochi giorni fa ha aperto ufficialmente un'inchiesta sulla vicenda. Il potere che ha ora acquisito Meta è difatti immenso: quello di poter controllare ciò che di politico passa sulle sue piattaforme, con piena capacità di alterarne a proprio piacimento la visibilità. La paura sempre più visibile è che la multinazionale sarebbe così virtualmente nelle condizioni di indirizzare l'opinione pubblica a proprio piacimento.

Se consideriamo poi che i social network sono la principale fonte di informazione per il 42% degli italiani, davanti ai siti di news e alla carta stampata, la scelta di Zuckerberg assume i contorni di un vero 'taglio' alla libertà di informazione. Fatto assai sinistro soprattutto in un tempo come questo, segnato da guerra, instabilità politica ed economica.

Chi decide cosa sparirà?

All'interno del suo annuncio Mark Zuckerberg si è limitato a parlare di "Contenuti politici, potenzialmente legati a temi quali le leggi, le elezioni o argomenti di natura sociale". Ma cosa si intende per “contenuti di natura politica”? E chi deciderà cosa è politico e cosa non lo è?

Il direttore di Instagram, Adam Mosseri, ha lasciato intendere che la lista nera riguarderà politica, esteri, salute, economia e la “critica sociale”. Tuttavia una vera e propria definizione di fatto non esiste e sembra quindi che Meta non abbia un’idea precisa: questo aprirà la strada ad un arbitrio che metterà in serio pericolo la libertà di espressione e di informazione sui social.

Ora starà alla commissione europea pronunciarsi sulle possibili violazioni del Digital Services Act (DSA), il regolamento europeo sulle piattaforme online.

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